mercoledì 30 marzo 2011

Che cosa preferiscono i miei lettori?

Poco più di due anni di blog e ad un certo punto mi viene la curiosità di capire cosa preferiscono i miei lettori.
Ed ecco la classifica dei 15 post più letti, tratti direttamente dalle evidenze di Google Analytics:

1 - Lettera di Presentazione: qualche esempio

2 - Saper scrivere... la Lettera di Referenze

3 - Proteggere i nostri documenti con una password

4 - Saper scrivere... la Lettera di Presentazione

5 - L'uso dell'accento: regole sui monosillabi

6 - Saper scrivere... il Curriculm Vitae

7 - Saper scrivere... la Lettera d'Incarico: un primo esempio

8 - Saper scrivere... un Tutorial

9 - Esempi di Tutorial

10 - Proofreading everywhere!

11 - Saper scrivere una e-mail: 15 regole da ricordare

12 - Aggiungiamo le note al nostro Template

13 - Recuperiamo i doc danneggiati

14 - Come approcciare gli esercizi di riscrittura

15 - Gli 8 errori da evitare in un White Paper: seconda parte

Cosa possiamo dedurre da questo elenco?
Intanto che esiste una notevole sensibilità sul tema del lavoro e di questi tempi non è un dato sorprendente.Tutte le tipologie di documentazione che sono correlate a questo tema (saper scrivere il CV, la lettera di Presentazione, la lettera di Referenze) sono ai primissimi posti della classifica.

Più in generale, c'è un notevole interesse sul "saper scrivere" le più comuni composizioni che si possono incontrare in qualsiasi ambito professionale.Ma anche le problematiche più intricate della lingua italiana sono molto gettonate, a dimostrazione del fatto che esse siano effettivamente "ostiche" da dominare.

A debita distanza si collocano temi ai quali ho dedicato molto tempo ed impegno ma che sicuramente riguardano un target molto ristretto di "professionidsti" della scrittura.

Dover scrivere un Case Study, un White Paper, un Abstract è un'eventualità che di certo non riguarda la più larga parte dei lettori che frequentano il blog.

Fuori classifica possiamo trovare i post "più recenti" (che hanno avuto un minor tempo di esposizione sul blog) ma anche qualche post un pò troppo "filosofico" come quelli che ho dedicato al problema della "qualità" della documentazionew tecnica.

Anche in tal caso, un tema che può interessare ai TW professionisti, ma non alla maggiorparte dei lettori che solcano la rete per trovare risposte immediate ai loro problemi di scrittura.

Non credo che modificherò radicalmente la gestione dle blog sulla base di tale risultanze. L'idea di base è sempre quella di raccontare quanto meglio possibile le mie esperienze professionali, illustrando le caratteristiche salienti di questa professione nel modo più diretto ed efficace possibile.

Ovviamente proverò ad approfondire meglio le tematiche più gettonate ma continuerò a proporre anche idee meno "popolari" ma che ritengo comunque interessanti.

Cosa ne pensate? Fatemi sapere, mi farebbe piacere un confronto di opinioni. Leggi questo articolo...

martedì 22 marzo 2011

Un esempio di Regola di Naming

 di Andrea Cargnelutti.


La prima cosa che un bravo Technical Writer dovrebbe fare, ancora prima di iniziare a scrivere, è quella di riflettere attentamente sui nomi da assegnare ai propri documenti e ai file che li contengono.

Purtroppo molto spesso nelle aziende regna la più totale anarchia su tale questione.



In mancanza di regole, ogni utente si sente libero di chiamare i file nel modo che gli è più congeniale, ricorrendo a nomi di fantasia o a misteriosi codici numerici, poco o per nulla informativi.

Questa anarchia rende anche molto difficile, se non addirittura impossibile, sia l’archiviazione che la rintracciabilità dei file.

Io mi sono dato delle regole che sembrano funzionare e che vorrei condividere con voi.

Innanzitutto ho iniziato considerando lo scopo che ha il nome di un documento/file. Il nome dovrebbe permettere l’identificazione univoca del documento/file in mezzo agli altri, associandolo al suo contenuto,  come il codice fiscale che corrisponde univocamente alla nostra identità.

Il nome poi dovrebbe essere facilmente decodificabile per permettere anche agli altri di capire il nostro codice e quindi l’identità del file.

Queste considerazioni mi hanno portato a stabilire la regola seguente:

Acronimo prodotto_Codice documento_Codice lingua_Versione documento

Acronimo prodotto è il nome del prodotto (es. CPU12345).

Codice documento identifica il tipo di documento. Ho definito questo codice perché l’esperienza mi ha insegnato che è meglio mantenere il nome del file il più corto possibile. Nomi troppo lunghi potrebbero infatti creare problemi al sistema operativo, ad esempio durante le operazioni di backup. “InstMan” è meglio di “Installation Manual”.

Codice lingua indica la lingua utilizzata.

Versione documento è l’indice di revisione del documento (es. 1.0). L’ho inserito all'estrema destra del nome del file subito prima dell’estensione .docx perché così mi sembrava più veloce individuarlo, anziché disperderlo all'interno del nome.

Nella seguente tabella, ecco un paio di esempi:


Nella tabella successiva, la convenzione linguistica:










Come vedete, la regola è semplice e flessibile.
Ora ... basterà rispettarla!

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Su questo argomento, potete leggere anche:
Regole di Naming per la documentazione.



Leggi questo articolo...

giovedì 17 marzo 2011

150 anni... AUGURI Italia! Ne hai un gran bisogno!


...Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perchè non siam popolo, perchè siam divisi...

Questo è uno dei versi più amaramente attuali del nostro inno Nazionale. Di solito, siamo abituati a cantare (per chi lo canta...) solo la prima strofa dell'inno seguita dal coro, ignorando le rimanenti quattro strofe.

In questo momento, in un paese dove più e peggio che in altri periodi difficili della nostra storia, spadroneggiano e sembrano prevalere loschi e miserabili figuri, taluni vestiti in camicia verde, che fanno dell'ignoranza, della mancanza di dignità e del disprezzo delle regole e della cultura i loro vessilli, forse dobbiamo ripartire da questo verso poco conosciuto e riflettere.

Il testo integrale dell'inno, di seguito:

Fratelli d'Italia,

l'Italia s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.

    Stringiamci a coorte,
    siam pronti alla morte.
    Siam pronti alla morte,
    l'Italia chiamò.
    Stringiamci a coorte,
    siam pronti alla morte.
    Siam pronti alla morte,
    l'Italia chiamò!

Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popolo,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.

    Stringiamci a coorte,
    siam pronti alla morte.
    Siam pronti alla morte,
    l'Italia chiamò.
    Stringiamci a coorte,
    siam pronti alla morte.
    Siam pronti alla morte,
    l'Italia chiamò!

Uniamoci, amiamoci,
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?

    Stringiamci a coorte,
    siam pronti alla morte.
    Siam pronti alla morte,
    l'Italia chiamò.
    Stringiamci a coorte,
    siam pronti alla morte.
    Siam pronti alla morte,
    l'Italia chiamò!

Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.

    Stringiamci a coorte,
    siam pronti alla morte.
    Siam pronti alla morte,
    l'Italia chiamò.
    Stringiamci a coorte,
    siam pronti alla morte.
    Siam pronti alla morte,
    l'Italia chiamò!

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.

    Stringiamci a coorte,
    siam pronti alla morte.
    Siam pronti alla morte,
    l'Italia chiamò.
    Stringiamci a coorte,
    siam pronti alla morte.
    Siam pronti alla morte,
    l'Italia chiamò!
    Sì (cantato)




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sabato 12 marzo 2011

Ma quanto costa il lavoro di un Technical Writer?

Sto attraversando un periodo di super-lavoro, uno di quei periodi che penso siano capitati a tutti, quando le cose da fare richiederebbero ALMENO un tempo T e invece non si dispone nemmeno di un terzo di T.

Sono quei momenti in cui la stanchezza tira per la giacchetta lo spiritello del malanimo e in cui ci viene da pensare: " Ma quanto mi dovrebbero pagare IN PIU' per tutto quello che sto facendo, rispetto a quello che guadagno?".

Ecco, per un TW che è chiamato a realizzare molte cose diverse, secondo schemi retributivi spesso non omogenei, la risposta a questa domanda è sempre complicata.

E' evidente che scrivere un manuale da zero è diverso dall'attività di proofreading di una bozza magari scritta da un collega. Ed è difficile paragonare il tempo di lavoro necessario a realizzare della grafica da inserire in una presentazione, rispetto al tempo che viene impiegato per impaginare tabelle e grafici già pronti.

Inoltre, tali attività assumono un diverso peso economico se siete stipendiati da un'azienda o lavorate in modalità feee-lance per quell'azienda.

Esiste una metrica universale che si possa applicare ai diversi campi d'azione di un TW? E' più opportuno ragionare "a progetto" o per tipologia di documento? Ci si deve regolare a "pagine al giorno" o "parole per pagina"?

Dal sito Editorial Freelancer Association vi propongo la seguente tabella:


Quando si tratta di numeri e statistiche, gli anglosassoni sono molto affidabili e i valori che vedete nella tabella (riferibili al Settembre del 2010), pur potendo variare anche in funzione della zona geografica, sono un buon riferimento.

Tanto per essere chiari, recentemente, via Linkedin, ho letto una proposta di lavoro free-lance che parlava di un compenso pari a 5$ l'ora per attività di editing, indirizzata al mercato indiano. Vi lascio immaginare le reazioni di molti TW davanti a questa "proposta indecente", ma la proponente, un po' stupita e piccata, ha tenuto a precisare che in India sono prezzi normali... anche se poi ha aggiunto che spesso la qualità del risultato finale lascia a desiderare! MA GUARDA!

Fin dalle scuole elementari ci hanno insegnato che non si sommano le pere con le mele, quindi è evidente, come la tabella dimostra, che bisogna individuare una metrica per ogni specifica attività.

Che ne pensate? Da parte mia, la tabella ha acuito il mio spiritello del malanimo... dovrei proprio farmi pagare di più! :-)
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