mercoledì 11 settembre 2013

La formazione di un ComTec in Italia: il corso del Prof. Matricciani al Politecnico di Milano

La prima bandierina sulla mappa delle occasioni di formazione nell'area della scrittura tecnica, la fissiamo sulla città di Milano. Gli studenti di Ingegneria delle Telecomunicazioni del Politecnico di Milano hanno la possibilità di frequentare il corso di Scrittura Scientifica curato dal Prof. Emilio Matricciani.

In realtà, il corso è aperto a tutti gli allievi delle Lauree Magistrali in Ingegneria, Architettura e Design.

L'insegnamento è finalizzato a fornire gli elementi fondamentali della comunicazione scientifica e tecnica, soprattutto in forma scritta. Al termine del corso gli allievi avranno a disposizione gli strumenti fondamentali teorici, metodologici e pratici per progettare, organizzare e scrivere un "manoscritto" scientifico, che sia una  tesi di laurea, un articolo scientifico, uno studio di fattibilità, un manuale o altri tipi di documenti tecnici.

L'attività didattica si sviluppa in  32 ore di lezioni, 10 ore di esercitazioni e 12 di laboratorio. Le tematiche del corso coprono tutti gli aspetti di base tipici della comunicazione tecnica. Alcune di esse mi sono particolarmente care, come il tema del canale di comunicazione e il rumore, l'uso di tabelle e immagini, la revisione dei contenuti.

Esiste anche una variante, in cui si focalizzano maggiormente i temi legati all'attività di ricerca, per i dottorandi del Politecnico di Milano (Ingegneri, Architteti, Designer); negli ultimi 10 anni, questo corso è stato seguito da un centinaio di persone.

Inoltre, nel 2010, il Prof. Matricciani ha condotto un corso analogo per i dottorandi dell'Università Politecnica delle Marche ad Ancona, ed è in itinere la riproposizione di questo corso per l’anno accademico entrante.

Il Prof. Matricciani tiene questi corsi (oltre al corso di Sistemi Radio Satellitari e Terrestri) da una decina di anni ed è anche l'autore del libro di testo di riferimento, la cui ultima edizione disponibile è del 2008:

E. Matricciani, La scrittura tecnico-scientifica,  Milano: CEA, 2008.

Questo libro è, per quanto mi risulta, il testo più esteso e completo sulla scrittura tecnica realizzato da un autore italiano nella nostra lingua.

Altri autori italiani si sono occupati di altre aree della scrittura professionale, ad esempio la scrittura per il Web o le Guide di Stile per i contenuti della Pubblica Amministrazione, ma nessuno fino ad oggi ha proposto un testo paragonabile.

La mia modesta opinione è che un corso di questo tipo dovrebbe essere proposto quantomeno in tutte le facoltà tecnico-scientifiche, laddove gli studenti spesso acquisiscono un notevole bagaglio di conoscenze di ottima qualità ma altrettanto spesso (e potrei farvi esempi clamorosi, che sono sotto i miei occhi ogni giorno) hanno ENORMI difficoltà nel redigere un qualsiasi documento, magari breve (2-3 cartelle), che si possa definire ALMENO dignitoso.

Molti studenti infatti semplicemente ignorano (e quasi nessuno glielo spiega, finchè sono all'Università) che la gran parte della loro attività professionale consisterà nello SCRIVERE DOCUMENTI di vario genere (relazioni, analisi di fattibilità, documenti di assessment, documenti di collaudo, presentazioni, perizie, schede tecniche, tutorials, documentazione per la formazione, protocolli di sperimentazione, ...).

Più procederanno nella loro carriera e più si troveranno ad elaborare documenti, anzi più la carriera sarà brillante e prestigiosa, più questa caratteristica si accentuerà. E con quali strumenti potranno gestire tutto questo? Ricordo il mio piano di studi, ove non era presente nemmeno un esame in grado di darmi almeno un'infarinatura su queste tematiche.

Credo che gli studenti del Politecnico di Milano debbano ritenersi più fortunati rispetto ad altri loro colleghi e per quanto possa contare la mia esperienza, mi sento di consigliare loro di inserire questo corso nel loro piano di studi.

Sarebbe bello, fra qualche anno, poter dire che il Prof. Matricciani non è più "una mosca bianca" e che il suo ottimo lavoro sia diventato un punto di riferimento per altri docenti, in altre facoltà.

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4 commenti:

Alesatoredivirgole ha detto...

Ciao Alessandro,
tempo fa il Collegio dei Periti Industriali di RE (cui sono iscritto) mi ha chiesto di partecipare ad un incontro di orientamento con gli studenti delle classi quinte dell’ ITIS (Istituto Tecnico Industriale) cittadino.

Lo scopo era quello di dare portare ai ragazzi esperienze personali "vere" di alcuni Periti Industriali, illustrando inoltre le attività del Collegio e le opportunità formative promosse dallo stesso.

Anche io, nel mio piccolo, ho portato la mia esperienza, cercando di far capire ai ragazzi che una preparazione tecnica/scientifica può aprire le porte a diverse opportunità, non solo nel campo del disegno e della progettazione ma anche nel settore della redazione, della normazione, della sicurezza, ecc.

Ho chiesto ai ragazzi quali fossero le loro aspettative post diploma e, con mio stupore, solo pochi avevano ben chiaro cosa volessero: fare il progettista...

Come ho scritto in un post successivo a quell’incontro, mi stupisce il fatto che negli istituti tecnici non si parli ancora (o se ne parli troppo poco) della documentazione tecnica e del suo ruolo sempre più fondamentale.

Personalmente ritengo che si possa iniziare ad affrontare questo argomento già negli istituti tecnici/scientifici superiori, soprattutto in momento come quello attuale dove (tra l'altro) le iscrizioni all’Università sono in calo.

Ne ho parlato qui: http://alesatoredivirgole.wordpress.com/2011/02/09/orientamento-alle-classi-seconde-itis-e-la-documentazione-tecnica/
Saluti

Alèxandròs ha detto...

Ciao Davide. Ottimo contributo, grazie. In effetti io sono partito in quarta con un target elevato, da un'idea legata al confronto con altri paesi, dove esistono corsi universitari che si sviluppano in periodi da 3 fino a 7 anni, ma non sarebbe male iniziare a fare dei ragionamenti almeno introduttivi anche a partire dagli ITIS. Io mi sono diplomato all'ITIS e, all'epoca, con un diploma da Perito in Informatica si trovava lavoro in poche settimane, ora credo molto meno, perchè le aziende possono accedere al serbatoio delle lauree triennali. Comunque, grazie al tuo intervento, mi rendo conto che anche a livello di scuole superiori si potrebbe immaginare un intervento formativo quanto meno orientativo. Se poi però, ottenuto il diploma, lo studente non trova dei percorsi formativi più strutturati, ecco che ricadiamo nell'approccio da autodidatta... cioè quello da cui siamo partiti! Comunque grazie e a presto.

Alesatoredivirgole ha detto...

Ciao Alessandro,
chiaramente dopo il diploma gli studenti interessati alla comunicazione tecnica dovranno trovare un ulteriore percorso, formativo e di approfondimento.
Se lo studente è informato ed è a conoscenza di questa materia può cercare quel percorso e formarsi, ma se nessuno lo informa ... non sa nemmeno che esisite la comunicazione tecnica.
Però, come sempre, io sono fiducioso; serviranno tempo, impegno e risorse, ma prima o poi anche in Italia la figura del comunicatore tecnico (che già esiste ma pochi conoscono) troverà sempre più spazio e riconoscimenti. Non può essere altrimenti in un Paese che guarda al futuro ... dei giovani e dei meno giovani!

Ho notato solo ora che hai inserito il mio sgangherato blog nella lista dei blog sulla Comunicazione Tecnica: Troppo buono :-).
Grazie !!!

Alèxandròs ha detto...

Ciao Davide. Mi sento abbastanza ottimista oggi da condividere la tua visione. Per quanto riguarda la presenza del tuo blog nella mia lista, era da tempo che avevo in mente di segnalarlo, ma solo ieri mi sono preso la briga di rimettere in ordine "la colonna destra del blog"... e non ho ancora finito! Stay tuned!

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