domenica 20 gennaio 2013

Dalla scrittura monolitica alla scrittura modulare: prima parte

Se vi state accingendo a realizzare un manuale, è probabile che abbiate già iniziato a progettare un indice. Sorvolo su quanto sia frustrante iniziare a scrivere un manuale iniziando dall'elemento che, durante lo sviluppo del documento, dovrete probabilmente ri-organizzare almeno una decina di volte. Ma a scuola ci hanno insegnato che "prima di tutto, bisogna definire un indice dei contenuti" e voi così fate.

Poco importa se a scuola ci hanno insegnato una stupidaggine, lo capiremo strada facendo.

Un indice è composto da una sequenza di capitoli; ogni capitolo, da una sequenza di paragrafi di primo livello e ogni paragrafo di primo livello da una serie di sotto-paragrafi di secondo livelllo e così via.

Nei manuali della mia azienda, ad esempio, adottiamo fino a 5 livelli di titolazione:

 

Per il solo fatto di aver fatto questa prima operazione, avete già definito un ordine ben definito di esposizione dei contenuti, dove tra 2 contenuti distinti esiste già, prima ancora che i contenuti prendano forma, "un PRIMA" e "un DOPO", quindi un legame ORDINALE, che sussiste prima ancora di aver definito la loro natura.

Ma è molto probabile che stiate facendo tutto ciò usando un "word processor", cioè di un software dedicato alla redazione di testi.

Magari questo software è Word di Microsoft Office, oppure il Writer di Open Office.

Non è fondamentale lo strumento che avete scelto, quel che importa è che mentre strutturate l'indice, state già facendo scelte formali: che tipo di font utilizzare per i 5 livelli di titolazione, il relativo font size (la dimensione dei caratteri dei diversi titoli). Poi deciderete il font per il testo (Verdana? Arial? Calibri?), poi il formato delle tabelle, poi il formato delle note e via così.

In altri termini, prima di definire i contenuti, state decidendo LA FORMA che assumeranno. Se vogliamo essere più precisi, i vosti contenuti prenderanno vita già "all'interno" di una forma, "miscelati" con essa.

Inoltre, state già definendo IL TIPO DI FORMATO del documento, ad esempio .doc se usate Office Word.

Sorprendente vero? Non avete scritto nulla, non avete definito alcun contenuto e avete già preso moltissime decisioni che guideranno il vostro lavoro fin dall'inizio.

Se state lavorando così, state realizzando un documento MONOLITICO, secondo un approccio valido ma tradizionale, in cui i contenuti nascono già con dei vincoli ORDINALI e FORMALI, dove sostanza e forma sono già miscelati insieme, come il tuorlo e l'albume di un uovo quando fate una frittata (l'immagine è perfetta ma non è mia, la prendo in prestito da una felice intuizione di Marco Galiazzo).

Dopo aver fatto una frittata, siete mai riuscti a ri-separare di nuovo il tuorlo e l'albume? La domanda è retorica, la risposta è ovviamente no, non è possibile.

Nel caso di un documento Word, teoricamente, è comunque possibile recuperare i contenuti e "ripulirli" dalla forma in cui sono immersi, ma è un lavoro molto lento e noioso.

Se quegli stessi contenuti che avete "miscelato" in un file .doc, ora vi necessitano in formato HTML, come si fa? E non mi rispondete che basta salvare il file in formato .html, la delusione mi ucciderebbe!

C'è un modo diverso di fare le cose?

Si. Ma bisogna fare più di un salto concettuale per poter mettere in discussione l'approccio tradizionale che vi ho appena descritto, al quale siamo stati educati da tanti anni di pratica.

A partire dal prossimo post, vedremo che può essere molto utile tenere ben distinti FORMA e CONTENUTO e da lì partiremo per approfondire diverse questioni.

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1 commento:

Andrea ha detto...

Ottimo !!!!

Non vedo l'ora di leggere il seguito :)

Grazie
Andrea

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