martedì 30 dicembre 2014

Un anno intenso alle spalle... ma il prossimo è sempre il più importante: buon 2015 a tutti!

"Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità... un ottimista vede l'opportunità in ogni difficoltà...".

Non è mia, è di W. Churchill, ma è verissima.

Il mio 2014 è stato intensissimo e positivo, francamente non avrei creduto di poter gestire certi livelli di stress ma forse ognuno di noi dispone di risorse insospettabili, a cui diamo fondo solo e soltanto quando  pensiamo di aver già esaurito ogni energia "ordinaria".

Quando mi alleno, mi diverto di più e spingo più forte quando la pendenza della strada aumenta; si vede che sono proprio costruito in un modo insano.


Però ogni tanto bisogna ricaricare le batterie, mollare e staccare per incamerare nuove energie.

E infatti quest'anno non vi ho fatto nemmeno gli auguri di Natale, perchè per 4-5 giorni non ho proprio aperto il notebook.

E allora adesso recupero e vi auguro un 2015 di salute, lavoro e serenità, dove possiate lottare ogni giorno per realizzare i vostri progetti.

E i miei progetti? Più di uno e continuerò a raccontarveli in questo spazio.

Anche quest'anno il blog ha avuto grandi numeri, con più di 1000 visitatori al mese (in media), anche se ho avuto meno tempo del solito da dedicargli.

Ma l'anno prossimo faremo meglio... perchè la partita più bella da giocare è sempre la prossima!
:-)

BUON 2015 a tutti! Leggi questo articolo...

domenica 14 dicembre 2014

Italiano Tecnico Semplificato: ITS®

di Gianni Angelini.

Scrivere bene... non basta per il “manuale perfetto”, ma è il primo passo.

Cosa serve per scrivere una buona documentazione tecnica?

L'argomento non è certo nuovo e le risposte abbondano.



Se guardiamo ai nostri colleghi americani, ma anche ai tedeschi, più vicini a noi, salta però all'occhio una differenza fondamentale rispetto alla generale situazione italiana: in quegli ambienti professionali si è affermata da tempo l'idea che anche la scrittura tecnica debba rispondere a metodi ben precisi.

Certo, anche noi comunicatori tecnici italiani sappiamo che... "bisogna essere chiari", "scrivere un manuale di istruzioni non è come scrivere un romanzo", magari "meglio non usare il gerundio"...

Ma cosa ci manca veramente per fare il salto di qualità e avvicinarci ai migliori standard dei paesi più avanzati nella nostra professione?

L'Associazione italiana di comunicazione tecnica (COM&TEC) si è posta questa domanda e la risposta è il progetto dell'Italiano Tecnico Semplificato (ITS®), nato nel 2013 e vicino alla prima
edizione pubblica.


Non siamo i soli. Almeno una grande azienda italiana lavora da tempo a questo tema, ed ha creato un suo sistema per riutilizzare frasi standard ottimizzate nella redazione dei manuali.

Il progetto di COM&TEC ha però caratteristiche completamente diverse, perché nasce direttamente dall'esperienza dei comunicatori tecnici e punta a fornire uno strumento pratico di lavoro per tutti i colleghi.

L'idea alla base del progetto è nata pensando al Simplified Technical English, che da tempo offre un modello molto interessante e complesso di linguaggio controllato per la comunicazione tecnica.

Rispetto a questo modello, ci siamo dati un obbiettivo più modesto, in base alle nostre forze, ma con in mente anzitutto l'efficacia pratica del progetto per la realtà professionale italiana.

Abbiamo perciò formato un gruppo di lavoro composto da comunicatori tecnici (redattori e traduttori), che rappresentano due punti di vista che si completano a vicenda:
  • il punto di vista dei redattori, che vorrebbero scrivere manuali chiari e non ambigui, con testi corretti ed efficaci;
  • il punto di vista dei traduttori, che si aspettano testi in italiano ben strutturati, perché questo è essenziale per tradurli bene.
Il cuore del progetto è costituito da una lista ragionata di regole.

Le regole riguardano la costruzione delle frasi, l'uso delle forme verbali e, più in generale, l'uso delle parole. Ci sono cose come:
  • seguire l'ordine soggetto-verbo-oggetto;
  • usare i verbi in forma attiva;
  • indicare un oggetto specifico sempre con lo stesso nome;
  • ecc...
Come è evidente a chiunque si intenda un po' di linguaggio, non è certo possibile scrivere regole troppo rigide. Il linguaggio è per natura multiforme e la redazione dei testi ha bisogno di un po' di elasticità.

Per questo, molte norme sono studiate nella forma di "consigli", che lasciano aperta la possibilità alle prevedibili eccezioni richieste dalla lingua italiana.

Insomma, l'ITS non vuole essere una cosa complicata, che fa perdere tempo e richiede troppo sforzo per applicarlo davvero nel lavoro di tutti i giorni. Le regole sono accompagnate da diversi esempi di testi prima e dopo il "restyling", in modo che sia immediato l'effetto dell'applicazione delle regole e sia facile ricordarle.

Oltre alle regole, abbiamo pensato di aggiungere qualche altro "aiuto": per esempio, criteri razionali nell'uso delle parole ambigue, a vantaggio della chiarezza ma anche per aiutare la traduzione assistita, e qualche indicazione su parole “vietate”, nel senso che, pur essendo frequenti nell'uso comune, è  meglio evitarle del tutto nel linguaggio tecnico, perché inutili.

Il progetto ITS sta coinvolgendo diversi soci di COM&TEC, che contribuiscono con la propria esperienza diretta.

Per tutelare i risultati del loro lavoro, a beneficio dell'intera categoria, l'associazione ha deciso di registrare il marchio ITS®. Questa mossa ha recentemente creato un po' di scompiglio nel (piccolo!) ambiente della comunicazione tecnica italiana. Qualcuno sta già tentando di sfruttare la situazione a proprio vantaggio, rilanciando il nome "Italiano tecnico semplificato" come proprio.

Al di là dell'evidente violazione dei diritti di COM&TEC, questo la dice comunque lunga sul fatto che il nostro ambiente professionale sia ormai maturo per introdurre metodi e regole su questi aspetti "di base" del nostro lavoro.

Da parte di COM&TEC non possiamo quindi che sentirci lusingati da queste, seppur improprie, attenzioni al nostro progetto.

 La nostra speranza è che l'ITS, una volta reso pubblico, sia davvero d'aiuto alla comunità dei colleghi comunicatori tecnici, e faccia avanzare di un passo la nostra comune professionalità.

Leggi questo articolo...

lunedì 8 dicembre 2014

Un nuovo ospite in Open Blog: Gianni Angelini

Vi ho già parlato di Gianni Angelini in relazione al suo libro, "Il comunicatore tecnico".

Gianni nasce a Bellaria-Igea Marina (RN), nel 1969. 
Ha una formazione culturale umanistica, avendo fatto prima il Liceo Classico e poi Lettere Classiche, con una tesi in Filologia Greca.

Dopo l'Università, asseconda il suo interesse per le nuove tecnologie e segue  un master dell'Università di Firenze in Linguaggi per il Multimedia, poi un corso di programmazione per siti web (in PHP).
Per qualche anno lavora come programmatore di siti web e occasionalmente inizia a revisionare manuali software.

Queste prime esperienze di redazione tecnica sono il primo passo verso la professione di  Comunicatore Tecnico, ma la svolta si materializza con l'assunzione in Tanner, facilitata anche dal fatto che tra tutti gli aspiranti che avevano inviato il CV, Gianni era l'unico iscritto alla COM&TEC.

Dal 2011 lavora in Siemens Building Technologies, a Milano, e si occupa di manuali software. Fa parte del Direttivo di COM&TEC e per l'associazione si occupa di animare il gruppo Linkedin e di attività di promozione (sito web e gestione della newsletter).

Anche se io sono un ingegnere e quindi ho una formazione intrinsecamente tecnica, con Gianni ho in comune alcune cose, tra cui l'idea che sia necessario creare anche in Italia percorsi di formazione per i giovani redattori tecnici. 

La definizione di un percorso di formazione sarebbe un passo fondamentale per arrivare al riconoscimento della professione del Comunicatore Tecnico, come emerse da un'intervista che rilasciai proprio a Gianni alla fine del 2013.

Gianni è inoltre il curatore del progetto Italiano Tecnico Semplificato che ha visto la luce in seno a COM&TEC, con la partecipazione attiva di altri soci.

Ma questa è un'altra storia e sarà Gianni a raccontarla.
Stay tuned!
Leggi questo articolo...

mercoledì 3 dicembre 2014

Direttiva Macchine, manualistica e norme: una bussola, please!

Il 25 Novembre ero a Bologna per uno degli eventi più interessanti organizzati da COM&TEC negli ultimi anni.

L'Avv. Oddo e l'Ing. Fondacci, coadiuvati dall'Avv. Gabriele, hanno affrontato il tema: Aspetti comunicativi e legali del manuale di istruzioni.

In base alla loro esperienza più che decennale nei contenziosi penali/civili relativi ad incidenti sul lavoro che coinvolgono delle macchine, hanno delineato gli elementi salienti di una tematica molto complessa e spesso fraintesa proprio da coloro che avrebbero maggior interesse a padroneggiarla, cioè i costruttori di macchine e i comunicatori tecnici che realizzano i manuali relativi alle macchine medesime.



Come ho già scritto nel post di presentazione dell'iniziativa, a fronte di un incidente sul lavoro, magari mortale, se nell'incidente è coinvolta una macchina, il Giudice potrà richiedere una perizia relativa alla documentazione che accompagna la macchina.

Questo atto coinvolge direttamente il costruttore della macchina e il redattore della manualistica relativa, con gradi di responsabilità che vengono stabiliti dal Giudice sulla base della normativa e degli accertamenti specifici.

L’Avv. Oddo ha chiaramente sottolineato che la qualità della documentazione che accompagna la macchina può essere un elemento decisivo, in grado di cambiare il convincimento del giudice che deve valutare i fatti.  In quest'ottica, il manuale deve essere redatto tenedo conto, prima di tutto, del quadro di riferimento dettato dalle normative, le quali definiscono quali siano i requisti essenziali della documentazione tecnica che accompagna la macchina.


Un manuale che non sia primariamente ispirato al rispetto delle indicazioni prescritte dalle normative, si trasforma spesso in un autogol per l'azienda che ha prodotto/commercializzato la macchina e, con diverse gradazioni di responsabilità, può toccare anche il redattore tecnico che lo ha realizzato.

Anche per un legale bravo ed esperto è difficile costruire una difesa basata sulla sabbia di una documentazione carente al limite dell'autolesionismo (come alcuni clamorosi esempi proposti durante il seminario hanno dimostrato).

Ovviamente non ho la pretesa di riassumere tutti gli elementi illustrati dai relatori, ma proverò a fare una breve lista dei messaggi principali che "mi sono arrivati" e hanno colpito la mia attenzione:

1 - la documentazione che eccompagna la macchina deve essere considerata parte integrante della macchina, come se fosse "un pezzo" della macchina stessa, alla stregua di una molla, di un pistone o di un pannello di controllo

2 - il punto di partenza per definire i contenuti della documentazione di accompagnamento di una macchina deve essere la Direttiva Macchine

3 - in particolare, i paragrafi 1.1.2, 1.7.3 e, soprattutto, 1.7.4 sono i punti di riferimento dai quali partire per definire l'impianto di base di un buon manuale

4 - insieme alla Direttiva Macchina possono essere prese in considerazione un insieme di altre norme, che possono essere adottate volontariamente, le quali pur non determinando alcun obbligo cogente, forniscono delle linee guida aggiuntive/complementari che contribuiscono a rendere più efficace la manualistica che accompagna la macchina. Fra queste norme, le seguenti:

•    UNI EN ISO 12001:2009
•    ISO 7000
•    IEC 82079-1:2012

...sono state più volte richiamate come norme che possono aiutare a risolvere diverse questioni inerenti alla buona organizzazione dei contenuti.

5 - Sebbene si debba fare di tutto per abbattere i rischi derivanti dall'interazione uomo/macchina, il "rischio zero" è un'illusione. La redazione di manualistica utile agli utenti che devono usare le macchine ma anche alle aziende, nel caso si debbano difendere in giudizio a seguito di un contenzioso, è un'attività difficile, che richiede alti livelli di competenza, esperienza e formazione continua.

Solo questi 5 punti, se dispiegati in tutta la loro potenza informativa e concettuale, potrebbero occupare un corso universitario di un'ipotetico Corso di Laurea in Comunicazione Tecnica.
Attendiamo da tempo che una qualsiasi e lungimirante Università italiana, magari fornita di risorse e cognizione di causa, si adoperi per colmare un vuoto che da anni, dalla piccola ridotta di questo blog, vado denunciando (e in buona compagnia, visto che il tema della formazione brucia sulla pelle di tanti colleghi con i quali mi sono confrontato negli ultimi anni).

Ma già mi accontenterei che un corso del genere venisse ospitato in una più tradizonale Facoltà di Ingegneria.

L’esperienza mi dice che più le normative sono cogenti e più possono stimolare una crescita culturale e tecnologica in grado di "creare" dal nulla nuovi mercati.

Nella mia vita precedente ero un esperto di crittografia e firma digitale: se oggi usiamo la PEC, se si sta affermando la Conservazione Sostitutiva (che sta abbattendo i consumi di carta in ogni attività della pubblica ammnistrazione), se la Fatturazione Elettronica ci aiuterà a snellire i processi di pagamento e abbattere l'evasione/elusione fiscale e altro ancora, lo dobbiamo anche ad una legge della fine del secolo scorso, nota come Legge Bassanini 59/97, che ha fornto la base per la nascita di un mercato e di un insieme di tecnologie che oggi ci consentono tutto questo.

Fra il 2001 ed il 2005 ero nel mainstream di questa evoluzione e ho toccato con mano cosa significa adottare buone normative che poi portano a sviluppare tecnologie e  buone pratiche professionali, a fronte di sanzioni non banali per chi non si adegua o pena l'impossibilità di operare sul mercato, se non attraverso l'adozione di tali standard.

Spero che lo stesso possa avvenire nel campo della Comunicazione Tecnica, sebbene il quadro tracciato dall'Avv. Oddo non sia stato indulgente nel fotografare la realtà attuale.

Troppo manuali sono ancora lontani dagli standard minimi che sarebbe necessario adottare.
Troppi "attori" di questo processo hanno ancora le idee poco chiare e faticano a trovare  la sintesi tra numerose prescrizioni, che spesso tendono ad andare in sovrapposizione o che in alcuni casi debbono necessariamente integrarsi per motivi/settori/contesti specifici.


Ecco perchè ci servirebbe una "bussola" e queste iniziative servono a fornire delle linee guida minimali per provvedere a tale necessità di orientamento.

Confidente nel mio goliardico motto ("Dallo e dallo... si piega anco lo metallo!") continuo ad insistere su questi temi, confortato da iniziative come quelle di COM&TEC che presumo/spero debbano avere un seguito, anche perchè per quanto brillanti e preparati fossero i relatori, la materia è talmente densa che in una sola giornata si è potuto solo avere una "visione" generale della metodologia di base da intraprendere.

Ma una lunga marcia inizia sempre con un primo passo (non è roba mia, è di Mao Ze Dong, uno che di lunghe marce ne capiva...). Leggi questo articolo...