Nell'infografica sono indicate le maggiori 10 aziende USA presenti sul mercato nel 1917, nel 1967 e infine nel 2017.
Alcune di queste aziende, come la Kodak, hanno attraversato crisi profondissime.
Chi ha più di 35 anni, ha sicuramente fatto una foto che poi è stata sviluppata su carta Kodak.
Chi di noi poteva pensare che in pochi anni, con l'avvento delle macchine fotografiche digitali e di un social network come Instagram, la Kodak potesse letteralmente essere spazzata via?
Alcuni di questi marchi hanno fatto la storia, nei rispettivi comparti industriali.
Eppure nessuno, neanche le multinazionali che sembrano più importanti ed inattaccabili, sfuggono alle regole del cambiamento.
Oggi sono sulla cresta dell'onda alcune "buzzwords" che vediamo scritte ovunque, in ogni contesto: Blockchain, Internet of Things, Cloud, SaaS, PaaS, DaaS, IaaS, GDPR, Artificial Intelligence, Augmented/Virtual Reality, Big Data, Analytics, Chatbots, User Experience, User Assistance, Smart Objects, Cyber Security, Marketing Engagement, ... e molte, molte altre.
Spesso chi nomina questi concetti non li padroneggia affattto, spesso questi termini servono solo a battezzare sinteticamente tecnologie molto complesse sulle quali si instaurano aspettative notevoli, quasi sempre eccessive almeno per quello che riguarda la scansione temporale.
Oggi tutti mettiamo i nostri doc su Google Drive, ma si parla di "cloud" da più di 10 anni ed oggi molte aziende ancora non ritengono le infrastrutture cloud abbastanza mature per certi business case.
Se poi parliamo di Intelligenza Artificiale, siamo in un mare magnum di diversi filoni di ricerca ed impostazioni, di progetti interessanti ma ancora incompleti, di promesse straordinarie che si realizzeranno in pochi anni, ma di molte altre che cadranno nel dimenticatoio dopo aver assorbito una gran quantità di denaro in sviluppo e ricerca.
Ma dalle idee che falliranno germoglieranno altre idee che daranno frutti.
In tutto questo, c'è il senso del "cambiamento" che ci coinvolge tutti.
E che tocca in particolare la nostra professione, perchè mentre le regole tradizionali mostrano la corda, nuove regole devono essere padroneggiate.
Ad esempio, le funzionalità cloud-based SaaS (Software as a Service) implicano non solo l'idea che la documentazione di quesi servizi o, in senso più ampio, la User Assistance, debba essere "embedded" nel servizio software, ma anche che debba essere ampiamente personalizzabile, per rispondere alla User Experience dell'utente che, altrimenti, potrebbe rivolgersi al servizio software del nostro concorrente.
E questo significa che l'approccio della documentazione di prodotto in formato stampabile o anche in formato Web secondo il paradigma "Knowledge Center", semplicemente non funziona più.
Le aziende che ancora pensano di fare una sola versione della documentazione di prodotto che DEVE ANDARE BENE per tutti, sono fuori dal tempo.
Ma questo è solo un esempio di come dovremo cambiare le nostre risposte, perchè nuove domande incombono.
Recentemente, Tom Johnson ha redatto questa immagine che indica quanti e quali processi aziendali vadano ad intercettare la documentazione di prodotto:
Da questa immagine si intuisce come le spinte che ci portano a personalizzare la documentazione di prodotto potrebbero tendere ad entrare in conflitto con quelle che ci suggerirebbero di operare al fine di massimizzare il riutilizzo e l'integrazione dei contenuti, per poterli poi valorizzare in processi diversi ed asincroni.
Ma anche in questo caso si rischia di cadere in un gioco di specchi, dove quello che si desidera sembra a portata di mano, ma potrebbe essere solo un riflesso di qualcosa di diverso.
Il senso del cambiamento sta anche nel dare risposte nuove a problemi apparentemente antitetici.
Sarà un bel 2018, pieno di nuove sfide, anche per me.
Vi auguro 2018 ricco di salute e lavoro, e vi regalo un aforisma di Jim Morrison:
"Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare."
A PRESTO! Leggi questo articolo...