martedì 18 dicembre 2018

La dichiarazione di conformità

Vi segnalo un ottimo articolo di Ferry Vermeulen sulla dichiarazione di conformità.

La dichiarazione di conformità è un documento che deve essere firmato da chi realizza un prodotto, per tutti quei prodotti che sono contraddistinti dal marchio CE.

Attraverso questo documento il produttore dichiara che un prodotto venduto nell'Unione Europea è conforme ai requisiti stabiliti dalla legislazione europea sulla sicurezza dei prodotti.

Attraverso il marchio CE e la dichiarazione di conformità, chi acquista il prodotto e le autorità di vigilanza del mercato assumeranno che il prodotto sia conforme:
  • alle direttive UE
  • alle norme armonizzate indicate nella dichiarazione di conformità

Nell'articolo di Ferry potete trovare:
  • un esempio di dichiarazione di conformità
  • la lista delle 27 tipologie di prodotti che richiedono la dichiarazione di conformità
  • gli elementi fondamentali che devono essere inclusi nella dichiarazione
MA SOPRATTUTTO, potete scaricare ben 27 template che vi guideranno nella realizzazione della dichiarazione di conformità.

Come sapete mi occupo di Comunicazione Tecnica da molti anni e faccio parte del Board for Standard and Legislation della Tekom Europe, ma raramente ho trovato in rete un articolo così lineare e chiaro su questo argomento.

Ottimo lavoro Ferry!
:-)

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martedì 20 novembre 2018

Mi sono dimesso da VP della COM&TEC

Dopo 3 anni e 7 mesi ho deciso di dimettermi dal ruolo di VP della COM&TEC, con 13 mesi di anticipo sulla fine del mandato.

Volendo sintetizzare, la mia decisione si basa su tre motivazioni principali:

- Bilancio dei risultati
- Gli ultimi 12 mesi
- La nuova trasformazione

BILANCIO

Nel Gennaio del 2015 stavo per abbandonare l'associazione, perchè non rispondeva ai miei bisogni e non mi era utile, non mi aiutava nella crescita professionale.

Invece di lamentarmi e basta, inviai un breve doc con qualche idea anche molto semplice, per provare a dare un contributo "dal basso".

L'allora VP mi disse: "Perchè non entri nel Direttivo per aiutarci a realizzare queste idee?".

Così, qualche mese dopo, sono entrato nel Direttivo.
Avevo in mente delle idee per l'associazione, sull'evoluzione della sua governance, su un modello di partecipazione diversa dei soci nelle diverse attività, su un diverso coinvolgimento delle aziende.

Quando si fa un bilancio, bisogna pesare i risultati ottenuti rispetto alle aspettative e i progetti di partenza: il mio bilancio (sottolineo il MIO) è negativo.

Dovrei fare una distinzione tra due fasi: i primi 20 mesi, fino al Dicembre 2016 e i successivi 23.
Dovrei anche fare un lungo elenco di fatti OGGETTIVI e dimostrabili.
Ma ne risulterebbe uno scritto insopportabilmente pesante (chi mai ne volesse parlare, sa dove trovarmi).

Sta di fatto che poco è stato effettivamente realizzato, rispetto agli ambiziosi obiettivi di partenza.
3 anni e 7 mesi è un tempo sufficiente per decidere che il mio tempo libero, spesso dedicato alla COM&TEC, ora verrà destinato più proficuamente ad altro.

La mia sensazione è che la COM&TEC attuale non sia poi molto diversa da quella che criticavo nel 2015 e mi prendo ovviamente la mia parte di responsabiltà per questa situazione.

GLI ULTIMI 12 MESI

In questi ultimi 12 mesi mi sono trovato spesso in minoranza nel Direttivo.
Ho messo nero su bianco le mie perplessità su certi progetti, ho preso posizione spesso con energia su decisioni che potevano essere potenzialmente rischiose per la COM&TEC o che semplicemente non erano così utili agli associati.

Nulla di male, in una dialettica "democratica" anche la minoranza può svolgere un ruolo per mitigare certe valutazioni della maggioranza.
Ma quando il dissenso viene colpevolizzato fino ad arrivare ai grotteschi eventi di questi ultimi due mesi, ho capito che non era più il posto giusto per me.
Se si deve assumere un legale per difendere i propri diritti, allora è segno che possiamo chiudere qui.

Negli ultimi tempi, su 7 componenti del Direttivo, si sono dimessi un consigliere e due VP. E so per certo che altri sono a disagio.
Ognuno tragga le sue conclusioni.

LA TRASFORMAZIONE DELLA COM&TEC

La COM&TEC che abbiamo conosciuto probabilmente è alle nostre spalle.
Si annuncia una nuova COM&TEC, che avrete modo di verificare in prima persona.
Lascio il mio posto ad altri, più allineati di me, per questa nuova fase.
Ho le mie idee sul "a chi giova". Me le tengo per me e spero, come sempre, di avere torto.

Chi mi conosce, sa che ogni affermazione che sto facendo è supportata da riscontri scritti, nero su bianco... e non solo. So anche che alle mie spalle qualcuno proverà a dire qualsiasi cosa.
In epoca di "fake news", ognuno è fabbro del suo destino e voi siete liberi di credere quello che vorrete credere.

Io le mie idee le scrivo, tutti le possono leggere, tutti possono chiedermi conto di ciò che affermo.

Io da domani cancellerò dalla mia mente tutte le cose sgradevoli accadute negli ultimi tempi e mi rimarranno solo le cose positive, tra le quali:

  • aver tentato di dare un impulso al riconoscimento della professione del Comunicatore Tecnico (poi rimasta lettera morta, aldilà dei proclami)
  • aver realizzato per la prima volta la formazione online, con diversi docenti che hanno collaborato con ottimi risultati
  • aver dato una mano a risollevare e realizzare il progetto ITS
  • aver ideato e realizzato con la collaborazione di tutto il Direttivo nuovi format, come la CCMS MARATHON
  • aver rappresentato la COM&TEC nel Board for Standard&Legislation della Tekom Europe, dando una mano a rinnovare e migliorare alcuni standard e in particolare lo standard ISO/IEC/IEEE 26515.
  • aver dato un contributo per scrivere il nuovo Statuto, in cui si impedisce a chiunque di poter rimanere nel Direttivo "a vita".
  • aver ascoltato, ogni volta che sono stato interpellato, le istanze avanzate dei soci e averle poi portate nel Direttivo, per provare a tradurle in azioni coerenti
  • le tante cose che ho imparato dalle relazioni costruite con tanti colleghi, di grande qualità personale e professionale che ho incontrato in COM&TEC.

Per il resto... panta rei!
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mercoledì 10 ottobre 2018

Non mancate ad ADOBE DITA World 2018

Ci sono anche io, "ultimo tra cotanto senno", parafrasando uno dei versi più famosi di Dante (Inferno, Canto IV):

https://2018-adobe-dita-world.meetus.adobeevents.com/#_adobe-dita-world-speakers

https://2018-adobe-dita-world.meetus.adobeevents.com/sessions

L'iscrizione è free!
:-)

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martedì 2 ottobre 2018

DITA World 2018: ci sarò anche io

Registratevi, non vi costa nulla.

Ma non registratevi per ascoltare me.

Registratevi per ascoltare, in 3 giorni, dei colleghi straordinari che vi parleranno di DITA da diversi punti di vista.

Registratevi per partecipare alla più importante conferenza online che ci sia al mondo su DITA.

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martedì 21 agosto 2018

CCMS MARATHON 2018: il 26 Ottobre a Milano


E' stata ufficializzata la call for proposal della CCMS MARATHON 2018.

Dopo il grande successo della prima edizione, COM&TEC presenta la seconda edizione, con un'innovazione nel format.


Cerchiamo 5 aziende che vengano a raccontare la loro esperienza di implementazione di nuovi processi redazionali, conseguente all'adozione di un CCMS.


L'azienda testimonial deve essere accompagnata da un rappresentante del CCMS  utilizzato: alla fine della giornata ci sarà una sessione di domande e risposte che coinvolgerà il pubblico in sala, con i rappresentanti dei diversi CCMS.


Da un lato l'esperienza concreta di un'azienda, le sue scelte, le difficoltà, i processi e le innovazioni implementate per migliorare l'ingegnerizzazione della documentazione tecnica associata ad un prodotto.


Dall'altra le strategie di sviluppo e l'evoluzione tecnologica dei diversi CCMS, per rispondere alla crescente domanda di processi sempre più conformi ai dettami dell'Infomation 4.0.


Pensate di avere un'esperienza significativa da raccontare?


Allora  mandate la vostra proposta, entro il 14 Settembre, a 

events@comtec-italia.org.

VI ASPETTIAMO.
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mercoledì 27 giugno 2018

Ogni pagina è la prima: un bel regalo!

Oggi mi è arrivato un regalo da Richard Hamilton, l'editore di Mark Baker.


Richard mi ha inviato il libro di Mark "Every Page is Page One" e la sua traduzione in Italiano, "Ogni pagina è la prima".

La traduzione in Italiano è stata realizzata da Gianni Angelini, un collega che ha scritto il libro "Il Comunicatore Tecnico" e che ha fatto parte anche del Direttivo della COM&TEC.

Mark sapeva che io avevo letto il suo libro in Inglese, ed ha chiesto alla casa editrice XML Press, nella persona di Richard, di contattarmi per una rilettura  del lavoro di Gianni.

Vi ho più volte parlato di Mark, uno dei più brillanti ed originali esperti di Comunicazione Tecnica, dal quale ho imparato molto e che, attraverso il suo blog, mi ha offerto spesso spunti di riflessione ed analisi sempre molto interessanti.

E vi ho parlato anche del suo libro.

Ora che è disponibile anche la versione in Italiano, vi invito ad entrare più direttamente in contatto con le idee di questo autore mai banale, talvolta controcorrente, sempre pronto a confrontarsi con tutti sul suo blog, che talvolta ospita anche i miei commenti.

Nella prima parte del libro trovate, tra le altre cose, una premessa di Scott Abel e una lista di tutti coloro che hanno ispirato/influenzato Mark nella definizione dei contenuti del libro e nella successiva rilettura: date un occhio a questa lista e vi troverete tutti i maggiori esperti mondiali del settore.

Quando Richard mi ha chiesto di dare una mano e che la richiesta era arrivata direttamente da Mark, non ci ho pensato nemmeno un attimo.

Gianni ha fatto un ottimo lavoro e per me è stato un onore ed un piacere collaborare a questo progetto.

Leggete il libro, vi sarà utile.

A presto. Leggi questo articolo...

domenica 10 giugno 2018

DITA Open Toolkit: è stata rilasciata la versione 3.1

Vi segnalo rapidamente che è stata rilasciata la versione 3.1 del DITA Open Toolkit.

Come sapete, DITA è uno standard open source per la strutturazione e la pubblicazione dei contenuti.

Chiunque voglia prendere confidenza con lo standard, può scaricare il Toolkit, lo può installare e può utilizzare un editor XML tra i tanti presenti in commercio (a pagamento o free-ware).

Essendo DITA uno standard XML-based, in punta di teoria basterebbe anche un semplice editor di testo, ma è un approccio "alla Clint Eastwood", per "uomini duri".

Ma francamente scrivere DITA "a mani nude" (questa battuta la capiscono in pochi... arriva fra 5 minuti...) usando un semplice editor di testo, mi sembra un'approccio un poco scabroso.

Cosa troviamo nella versione 3.1?
Dalla release note mi sembra che siano state migliorate diverse cose, tra le quali:

  • una migliore gestione della visualizzazione di brani di codice (tag )
  • una migliore gestione della produzione dell'output PDF
  • migliorato il supporto a Lightweight DITA
Spero di aver veramente il tempo di poterci "giocare" un poco.

Se volete segnalarmi qualche osservazione, curiosità o altro su questa nuova versione, sono qua. A presto.
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domenica 29 aprile 2018

Cosa è successo a COMTecnica 2018?

Sono trascorse circa 3 settimane da COMTecnica 2018 e ho avuto il tempo di riflettere sui diversi input ricevuti durante i due giorni dell’evento internazionale più importante che si svolge in Italia nel campo della Comunicazione Tecnica.

Dovendo condensare il tutto in un articolo di poche righe, ho deciso di adottare la “regola del tre”:

  1. I tre concetti più importanti
  2. I tre interventi più brillanti
  3. Le tre lezioni che mi porto a casa

I TRE CONCETTI PIU' IMPORTANTI


Strutturazione dei contenuti: sta vincendo DITA
Quando parliamo di Information 4.0, dobbiamo parlare di meta-dati (come ha sottolineato Davide Osta nel suo workshop, nella seconda giornata).
Ma non ha senso parlare di meta-dati se i nostri contenuti non sono strutturati.

E allora dall’intervento di Stefan Gentz (che illustra un sondaggio molto ricco di informazioni) veniamo a sapere che DITA sta vincendo la gara e che molte aziende, quando devono strutturare i propri contenuti, si orientano verso questo standard aperto che è ormai in campo da più di 15 anni. 

Sorpresi? E perché? 
Abbiamo già visto come nel settore aeronautico-militare, S-1000D e Simplified Technical English siano già da tempo “LO STANDARD”. 

E nel mondo del software, il modello Open Source domina il campo da anni. 
Gli standard aperti danno garanzie che un data model proprietario, per quanto efficiente e potente, non può fornire, specie in un'ottica di medio-lungo periodo.


Chatbot: stanno arrivando… tra qualche anno
Si parla molto di chatbot, una delle buzz-word più in voga negli ultimi 12 mesi.

Nella seconda giornata, Fabrice Lacroix ha illustrato efficacemente il flusso base di progettazione di una chat-bot, mettendo in evidenza le criticità di ogni strato.

Dall’Hipe-cycle di Gartner si osserva chiaramente che stiamo sul massimo picco delle aspettative e ci aspetta un periodo di “disillusioni” che precede il flesso di maturità (alcune tecnologie il flesso non lo raggiungono mai, e si estinguono prima).

Di certo, molte aziende stanno puntando seriamente sulle chatbot per determinati scopi e sarà di sicuro un campo di gioco interessante per i comunicatori tecnici, ma sarà un campo da gioco dove dovremo ragionare:
  • su “contenuti molecolari” (e magari ri-scrivere anche molto di quello che è già disponibile in azienda)
  • su uno stile di scrittura “conversazionale”, molto diverso da quello di solito adottato nella scrittura tecnica

Normative e sicurezza: non si finisce mai di imparare
Marco Del Medico ha fatto chiarezza sullo standard IEC 61508, che va ad impattare:
  • qualsiasi singolo dispositivo o software di servizio che svolga una specifica funzione di sicurezza
  • qualsiasi sistema, più o meno complesso, sia hardware che software, in cui intervengano funzionalità di sicurezza
Le responsabilità nella implementazione dello standard non impatta solo sul produttore del dispositivo ma anche sull’azienda che sceglie quel dispositivo per integrarlo nel proprio prodotto.
E l’impatto riguarda anche la documentazione del prodotto, che deve tener conto anche di quanto previsto nel Safety Manual del dispositivo di sicurezza.


I TRE INTERVENTI PIU’ BRILLANTI


Leah Guren
Leah è stata Fantastica!
E si capisce che svolge l’attività di trainer (oltre alla sua ordinaria attività di consulenza) da molti anni. La sua efficacia nel comunicare ha catturato la platea!

Leah è la dimostrazione plastica di una cosa che sostengo da anni: essere esperti di un argomento non significa che si sia capaci di comunicarlo. Per comunicare efficacemente bisogna avere un talento ed un allenamento che sono completamente scorrelati dalla competenza specifica.

Quelli che leggono le slide andrebbero multati (e quanti ne abbiamo visti, anche in conferenze di livello o peggio all’Università).
Fortunatamente Leah non appartiene a questa noiosa categoria.


Jang Graat
Jang lo conoscevo di fama, non lo avevo mai incontrato.
Il suo speech è stato notevole, molto tecnico ma non noioso, su un argomento che per molti è ancora un argomento “di frontiera”, che Jang ha disegnato con una chiarezza cristallina.

Il tema di come integrare i dati da sorgenti esterne eterogenee nei nostri contenuti tecnici (magari gestiti da un CCMS) è un tema che diverrà essenziale negli ecosistemi dell’industria 4.0. 

Jang ha illustrato come con DITA il problema si possa risolvere brillantemente.
Non è semplice trasmettere velocemente concetti intrinsecamente complessi. 
Anche lui, come Leah, è un trainer con esperienza pluriennale… sarà un caso?


Davide Osta
Nel secondo giorno, un work-shop di livello, tanto più se i presenti avessero saputo che Davide lo ha gestito in condizioni fisiche non ottimali.

Aldilà della tematica interessante, la numerosa platea è stata anche coinvolta in una specie di simulazione sulla progettazione dei meta-dati associabili ai contenuti.

Una buona idea, ben recepita da un pubblico disponibile a “giocare” sul tema proposto. E, soprattutto, Davide non legge le slide!

LE TRE LEZIONI CHE MI PORTO A CASA


Information 4.0: tutti ne parlano, ma le idee sono ancora parecchio confuse
Tre fra gli attributi fondamentali che caratterizzano il concetto di Information 4.0 sono:
  • meta-dati associati ai contenuti
  • contenuti veicolati in base al contesto
  • contenuti rintracciabili
Nessuno di questi tre attributi ha realmente senso se i contenuti di cui parliamo non sono strutturati. Eppure, ancora oggi, sembra che per qualcuno la strutturazione dei contenuti sia un’opzione e non una strada obbligata. 

Forse dovremmo essere più perentori, magari tracimando in una simpatica forma di bullismo, pur di convincere i più riottosi su questo concetto. 


I campi di gioco si moltiplicano
Smetteremo di scrivere manuali? FINALMENTE!

Perché dovremo fare molte altre cose:
  • strutturare contenuti non strutturati
  • strutturare meglio e con diversi livelli di granularità i contenuti strutturati già esistenti, per renderli utilizzabili dai chatbot o dagli engine di realtà aumentata
  • fare training e insegnare come si strutturano i contenuti (DITA, S1000D, …)
  • definire meta-data
  • definire “connettori” verso il mondo esterno, per leggere dati da fonti eterogenee da “portare dentro” ai nostri CCMS
  • gestire algoritmi di Intelligenza Artificiale
  • capire che la User Assistance è la risposta alla User Experience… e che non si può parlare della prima senza avere la minima competenza su come ci si approccia alla seconda…
  • documentare REST API
  • … e altro ancora…


Nornative/Direttive
Una norma/direttiva scritta male non sarà facilmente applicabile.

Una norma/direttiva troppo costosa da applicare, probabilmente non sarà applicata.

Una norma/direttiva non obbligatoria, probabilmente non sarà applicata.

Quanto mi costa non applicare una norma/direttiva?

E quanto mi costa applicare diligentemente tutte le norme/direttive che devo applicare nel mio settore?

Alzi una mano chi non ha mai formulato pensieri come questi.

Problema di fondo: le norme/direttive non sono quasi mai al passo dell’area tecnologica che intendono normare e anche la norma/direttiva migliore può risultare inadeguata rispetto allo scopo che si prefigge.

Eppure abbiamo bisogno di norme/direttive/standard e abbiamo bisogno di immaginare che possano essere un driver di business, non un fastidioso fardello.

“Ne dovremo parlare ancora”, come diceva il saggio capo Sioux in un famoso film western... 



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lunedì 1 gennaio 2018

Panta Rei: il senso del cambiamento per il 2018

Apro il 2018 con una riflessione sul cambiamento, originata da questa infografica in cui mi sono imbattuto pochi giorni prima di Natale:


Nell'infografica sono indicate le maggiori 10 aziende USA presenti sul mercato nel 1917, nel 1967 e infine nel 2017.

Alcune di queste aziende, come la Kodak, hanno attraversato crisi profondissime.
Chi ha più di 35 anni, ha sicuramente fatto una foto che poi è stata sviluppata su carta Kodak.
Chi di noi poteva pensare che in pochi anni, con l'avvento delle macchine fotografiche digitali e di un social network come Instagram, la Kodak potesse letteralmente essere spazzata via?

Alcuni di questi marchi hanno fatto la storia, nei rispettivi comparti industriali.
Eppure nessuno, neanche le multinazionali che sembrano più importanti ed inattaccabili, sfuggono alle regole del cambiamento.

Oggi sono sulla cresta dell'onda alcune "buzzwords" che vediamo scritte ovunque, in ogni contesto: Blockchain, Internet of Things, Cloud, SaaS, PaaS, DaaS, IaaS, GDPR, Artificial Intelligence, Augmented/Virtual Reality, Big Data, Analytics, Chatbots, User Experience, User Assistance, Smart Objects, Cyber Security, Marketing Engagement, ... e molte, molte altre.

Spesso chi nomina questi concetti non li padroneggia affattto, spesso questi termini servono solo a battezzare sinteticamente tecnologie molto complesse sulle quali si instaurano aspettative notevoli, quasi sempre eccessive almeno per quello che riguarda la scansione temporale.

Oggi tutti mettiamo i nostri doc su Google Drive, ma si parla di "cloud" da più di 10 anni ed oggi molte aziende ancora non ritengono le infrastrutture cloud abbastanza mature per certi business case.

Se poi parliamo di Intelligenza Artificiale, siamo in un mare magnum di diversi filoni di ricerca ed impostazioni, di progetti interessanti ma ancora incompleti, di promesse straordinarie che si realizzeranno in pochi anni, ma di molte altre che cadranno nel dimenticatoio dopo aver assorbito una gran quantità di denaro in sviluppo e ricerca.

Ma dalle idee che falliranno germoglieranno altre idee che daranno frutti.

In tutto questo, c'è il senso del "cambiamento" che ci coinvolge tutti.

E che tocca in particolare la nostra professione, perchè mentre le regole tradizionali mostrano la corda, nuove regole devono essere padroneggiate.

Ad esempio, le funzionalità cloud-based SaaS (Software as a Service) implicano non solo l'idea che la documentazione di quesi servizi o, in senso più ampio, la User Assistance, debba essere "embedded" nel servizio software, ma anche che debba essere ampiamente personalizzabile, per rispondere alla User Experience dell'utente che, altrimenti, potrebbe rivolgersi al servizio software del nostro concorrente.

E questo significa che l'approccio della documentazione di prodotto in formato stampabile o anche in formato Web secondo il paradigma "Knowledge Center", semplicemente non funziona più.

Le aziende che ancora pensano di fare una sola versione della documentazione di prodotto che DEVE ANDARE BENE per tutti, sono fuori dal tempo.

Ma questo è solo un esempio di come dovremo cambiare le nostre risposte, perchè nuove domande incombono.

Recentemente, Tom Johnson ha redatto questa immagine che indica quanti e quali processi aziendali vadano ad intercettare la documentazione di prodotto:




Da questa immagine si intuisce come le spinte che ci portano a personalizzare la documentazione di prodotto potrebbero tendere ad entrare in conflitto con quelle che ci suggerirebbero di operare al fine di massimizzare il riutilizzo e l'integrazione dei contenuti, per poterli poi valorizzare in processi diversi ed asincroni.

Ma anche in questo caso si rischia di cadere in un gioco di specchi, dove quello che si desidera sembra a portata di mano, ma potrebbe essere solo un riflesso di qualcosa di diverso.

Il senso del cambiamento sta anche nel dare risposte nuove a problemi apparentemente antitetici.

Sarà un bel 2018, pieno di nuove sfide, anche per me.

Vi auguro 2018 ricco di salute e lavoro, e vi regalo un aforisma di Jim Morrison:
"Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare."

A PRESTO! Leggi questo articolo...