domenica 29 aprile 2018

Cosa è successo a COMTecnica 2018?

Sono trascorse circa 3 settimane da COMTecnica 2018 e ho avuto il tempo di riflettere sui diversi input ricevuti durante i due giorni dell’evento internazionale più importante che si svolge in Italia nel campo della Comunicazione Tecnica.

Dovendo condensare il tutto in un articolo di poche righe, ho deciso di adottare la “regola del tre”:

  1. I tre concetti più importanti
  2. I tre interventi più brillanti
  3. Le tre lezioni che mi porto a casa

I TRE CONCETTI PIU' IMPORTANTI


Strutturazione dei contenuti: sta vincendo DITA
Quando parliamo di Information 4.0, dobbiamo parlare di meta-dati (come ha sottolineato Davide Osta nel suo workshop, nella seconda giornata).
Ma non ha senso parlare di meta-dati se i nostri contenuti non sono strutturati.

E allora dall’intervento di Stefan Gentz (che illustra un sondaggio molto ricco di informazioni) veniamo a sapere che DITA sta vincendo la gara e che molte aziende, quando devono strutturare i propri contenuti, si orientano verso questo standard aperto che è ormai in campo da più di 15 anni. 

Sorpresi? E perché? 
Abbiamo già visto come nel settore aeronautico-militare, S-1000D e Simplified Technical English siano già da tempo “LO STANDARD”. 

E nel mondo del software, il modello Open Source domina il campo da anni. 
Gli standard aperti danno garanzie che un data model proprietario, per quanto efficiente e potente, non può fornire, specie in un'ottica di medio-lungo periodo.


Chatbot: stanno arrivando… tra qualche anno
Si parla molto di chatbot, una delle buzz-word più in voga negli ultimi 12 mesi.

Nella seconda giornata, Fabrice Lacroix ha illustrato efficacemente il flusso base di progettazione di una chat-bot, mettendo in evidenza le criticità di ogni strato.

Dall’Hipe-cycle di Gartner si osserva chiaramente che stiamo sul massimo picco delle aspettative e ci aspetta un periodo di “disillusioni” che precede il flesso di maturità (alcune tecnologie il flesso non lo raggiungono mai, e si estinguono prima).

Di certo, molte aziende stanno puntando seriamente sulle chatbot per determinati scopi e sarà di sicuro un campo di gioco interessante per i comunicatori tecnici, ma sarà un campo da gioco dove dovremo ragionare:
  • su “contenuti molecolari” (e magari ri-scrivere anche molto di quello che è già disponibile in azienda)
  • su uno stile di scrittura “conversazionale”, molto diverso da quello di solito adottato nella scrittura tecnica

Normative e sicurezza: non si finisce mai di imparare
Marco Del Medico ha fatto chiarezza sullo standard IEC 61508, che va ad impattare:
  • qualsiasi singolo dispositivo o software di servizio che svolga una specifica funzione di sicurezza
  • qualsiasi sistema, più o meno complesso, sia hardware che software, in cui intervengano funzionalità di sicurezza
Le responsabilità nella implementazione dello standard non impatta solo sul produttore del dispositivo ma anche sull’azienda che sceglie quel dispositivo per integrarlo nel proprio prodotto.
E l’impatto riguarda anche la documentazione del prodotto, che deve tener conto anche di quanto previsto nel Safety Manual del dispositivo di sicurezza.


I TRE INTERVENTI PIU’ BRILLANTI


Leah Guren
Leah è stata Fantastica!
E si capisce che svolge l’attività di trainer (oltre alla sua ordinaria attività di consulenza) da molti anni. La sua efficacia nel comunicare ha catturato la platea!

Leah è la dimostrazione plastica di una cosa che sostengo da anni: essere esperti di un argomento non significa che si sia capaci di comunicarlo. Per comunicare efficacemente bisogna avere un talento ed un allenamento che sono completamente scorrelati dalla competenza specifica.

Quelli che leggono le slide andrebbero multati (e quanti ne abbiamo visti, anche in conferenze di livello o peggio all’Università).
Fortunatamente Leah non appartiene a questa noiosa categoria.


Jang Graat
Jang lo conoscevo di fama, non lo avevo mai incontrato.
Il suo speech è stato notevole, molto tecnico ma non noioso, su un argomento che per molti è ancora un argomento “di frontiera”, che Jang ha disegnato con una chiarezza cristallina.

Il tema di come integrare i dati da sorgenti esterne eterogenee nei nostri contenuti tecnici (magari gestiti da un CCMS) è un tema che diverrà essenziale negli ecosistemi dell’industria 4.0. 

Jang ha illustrato come con DITA il problema si possa risolvere brillantemente.
Non è semplice trasmettere velocemente concetti intrinsecamente complessi. 
Anche lui, come Leah, è un trainer con esperienza pluriennale… sarà un caso?


Davide Osta
Nel secondo giorno, un work-shop di livello, tanto più se i presenti avessero saputo che Davide lo ha gestito in condizioni fisiche non ottimali.

Aldilà della tematica interessante, la numerosa platea è stata anche coinvolta in una specie di simulazione sulla progettazione dei meta-dati associabili ai contenuti.

Una buona idea, ben recepita da un pubblico disponibile a “giocare” sul tema proposto. E, soprattutto, Davide non legge le slide!

LE TRE LEZIONI CHE MI PORTO A CASA


Information 4.0: tutti ne parlano, ma le idee sono ancora parecchio confuse
Tre fra gli attributi fondamentali che caratterizzano il concetto di Information 4.0 sono:
  • meta-dati associati ai contenuti
  • contenuti veicolati in base al contesto
  • contenuti rintracciabili
Nessuno di questi tre attributi ha realmente senso se i contenuti di cui parliamo non sono strutturati. Eppure, ancora oggi, sembra che per qualcuno la strutturazione dei contenuti sia un’opzione e non una strada obbligata. 

Forse dovremmo essere più perentori, magari tracimando in una simpatica forma di bullismo, pur di convincere i più riottosi su questo concetto. 


I campi di gioco si moltiplicano
Smetteremo di scrivere manuali? FINALMENTE!

Perché dovremo fare molte altre cose:
  • strutturare contenuti non strutturati
  • strutturare meglio e con diversi livelli di granularità i contenuti strutturati già esistenti, per renderli utilizzabili dai chatbot o dagli engine di realtà aumentata
  • fare training e insegnare come si strutturano i contenuti (DITA, S1000D, …)
  • definire meta-data
  • definire “connettori” verso il mondo esterno, per leggere dati da fonti eterogenee da “portare dentro” ai nostri CCMS
  • gestire algoritmi di Intelligenza Artificiale
  • capire che la User Assistance è la risposta alla User Experience… e che non si può parlare della prima senza avere la minima competenza su come ci si approccia alla seconda…
  • documentare REST API
  • … e altro ancora…


Nornative/Direttive
Una norma/direttiva scritta male non sarà facilmente applicabile.

Una norma/direttiva troppo costosa da applicare, probabilmente non sarà applicata.

Una norma/direttiva non obbligatoria, probabilmente non sarà applicata.

Quanto mi costa non applicare una norma/direttiva?

E quanto mi costa applicare diligentemente tutte le norme/direttive che devo applicare nel mio settore?

Alzi una mano chi non ha mai formulato pensieri come questi.

Problema di fondo: le norme/direttive non sono quasi mai al passo dell’area tecnologica che intendono normare e anche la norma/direttiva migliore può risultare inadeguata rispetto allo scopo che si prefigge.

Eppure abbiamo bisogno di norme/direttive/standard e abbiamo bisogno di immaginare che possano essere un driver di business, non un fastidioso fardello.

“Ne dovremo parlare ancora”, come diceva il saggio capo Sioux in un famoso film western... 



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