Che cosa potrebbe essere questa collezione disordinata di numeri e parole? Quante volte, durante la giornata, vi capita di parlare di "dati"? E' un concetto che ormai usiamo spesso. Parliamo dei "dati di ascolto", dei "dati indicati dalle statistiche", dei "dati che emergono da un sondaggio" o dei "dati caricati in memoria". Parliamo di dati, ma raramente li visualizziamo così come mostrato nella figura precedente, come un insieme di informazioni numeriche e testuali PURE, non miscelate a nessun tipo di FORMA.
Ora osservate la figura successiva:
Cosa è cambiato? Gli stessi dati di prima sono collocati in una tabella, cioè in una particolare FORMA.
I dati della figura precedente non mostravano alcun significato evidente, ora il loro significato ci appare chiaro. Quali conclusioni possiamo trarre da questo semplice esperimento?
I DATI PURI, scorrelati da un contesto e da una FORMA, non hanno alcun significato o, più prudentemente, direi che il loro significato è difficilmente individuabile.
La FORMA in cui essi sono collocati fa emergere la loro SEMANTICA.
Ma ora immaginiamo, con gli stessi dati, di realizzare un grafico ad istogrammi, cioè una forma ben diversa dalla tabella precedente. Se dovete visualizzare i dati in una presentazione, il grafico ad istogrammi sarà di più facile comprensione rispetto ad una tabella; la tabella magari sarà più adatta ad un manuale tradizionale.
E magari potremmo immaginare una terza forma, in cui collocarli.
Cambierebbe la loro SEMANTICA? No, ma non è questo il punto.
Le conclusioni che possiamo trarre da questi esempi sono almeno due:
- non possiamo capire il significato dei dati, se non li collochiamo DENTRO UNA FORMA
- sarebbe bello disporre di dati PURI, non miscelati con alcuna FORMA, in modo da poterli poi collocare, di volta in volta, in "forme diverse" in base all'utilità che vogliamo perseguire.
Questo è un concetto chiave: se è possibile tenere separati FORMA e CONTENUTO, allora possiamo immaginare di non dover scrivere un documento direttamente in formato Word o PDF, ma possiamo concepire l'idea che i dati di un documento (testi, immagini, ...) possano esistere, in qualche modo, distinti e scorrelati da qualsiasi forma, per poi essere "collocati", di volta in volta, nella forma che desideriamo.
Riprendendo il post introduttivo, potremmo dire che scrivere un manuale usando direttamente Word significa "fare la frittata", mentre ora stiamo iniziando a considerare la possibilità di tenere separati "il tuorlo" e "l'albume", cioè i CONTENUTI e la FORMA.
Questo è il primo passo per iniziare a pensare in termini di "scrittura modulare".
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