martedì 11 agosto 2015

Smart documentation... siamo pronti?

Ad oggi l'Internet of Things (IoT) è un argomento che, per molti, appartiene ancora all'area delle "grandi promesse tecnologiche", dove i grandi gruppi industriali si sfidano sul ring del R&D, mentre le "applicazioni reali" e relativi ricavi ancora non appaiono così incisivi nei bilanci della aziende.

Eppure, non troverete nessuno disposto ad affermare che questa non sia "Il Futuro" nel quale ci muoveremo tutti.



In aggiunta al post precedente e agli articoli che vi ho già proposto nel mese di Gennaio, se volete un ulteriore conferma potete leggere "Smart factories require smart documentation"di Alexander Hoffmann, pubblicato nel numero di Agosto di TCWorld.

Di seguito, provo a cogliere alcuni degli spunti più significativi proposti da Hoffmann (per la lettura integrale, vi rimando alla fonte sopracitata).

"The Internet of Things is growing exponentially: according to research firm Gartner, 26 billion Things will be connected by 2020. The number of laptops, tablets, and smartphones will only reach seven billion by 2020. In comparison: according to the United Nations, the world population is estimated to rise to eight billion by 2020."

Questo dato serve per inquadrare la questione: la domanda non è "Tutto questo ci riguarda?", ma bensì "Quando tutto questo modificherà il nostro modo di lavorare?".

Il primo punto che Hoffmann focalizza è il seguente:

"Every “Thing” in the Internet of Things is uniquely identifiable. And, with the knowledge of its environment, we can also identify who is using it, how the device is being used and where the user is encountering problems. This enables us to provide the user with the right information at the right moment."

Ecco una delle tematiche che avete spesso avuto modi di leggere in questo blog: le informazioni non saranno più "cercate dagli utenti", ma dovranno essere loro proposte in base al contesto e/o all'evento e/o al compito che l'utente deve gestire in quel momento.

"Although every “Thing” on the Internet of Things is uniquely identifiable, the information for that product must be addressable too. Every product variant consists of different information modules that can be combined in many ways. To manage the incoming information overload, data must be classified and structured".

Nell'IoE (Internet of Everything) le informazioni dovranno essere caratterizzate da alcuni attributi:
  • indirizzabili
  • attivabili
  • modulari
  • componibili
Non darei per scontato che dovranno essere rappresentabili da una struttura gerarchica XML-based, ma indipendentemente dalla tecnologia in gioco per la loro strutturazione, dovranno essere "pezzi riusabili", modulari.

Ecco perché la scrittura "tradizionale", monolitica, i vecchi manuali sequenziali, andranno a finire nei musei o saranno solo un effetto collaterale, un modo complementare di formattare le informazioni, magari per avere un backup, un "nice to have", ma non saranno mai più al centro dei nostri pensieri.

"Traditional document-based writing is becoming less common and will eventually disappear altogether."

Un altro punto importante, rispetto al quale mi ritrovo allineato con Hoffmann, è il seguente:

"Information is not only needed by humans, but also by machines in smart factories. This is why technical writers are turning into information managers. They must ensure that they can provide the right information at the right time for man or machine. In ever-faster maintenance cycles, a service technician will need the right information at the right time in the event of damage in order to repair the damage to the machine. Both man and machine will require modularized and structured technical documentation."

Il Comunicatore Tecnico dovrà usare un CCMS per organizzare le informazioni secondo i principi e gli attributi sopraindicati e dovrà andare oltre il confine tradizionale del "redattore tecnico", dovrà diventare un Content Strategist, un vero e proprio manager e progettista delle informazioni, della loro struttura e della loro dinamica di utilizzazione.

Modularizzazione e strutturazione dei contenuti, approccio multi-canale, multi-destinatario, multi-lingua, automazione e interoperabilità: tutto questo sarà (se non lo è già ora) il "nostro pane quotidiano".

Vi lascio il piacere di scoprire la parte finale dell'articolo di Hoffmann, ricco di dati molto interessanti inerenti alla Germania.

In particolare, viene segnalato un progetto molto interessante, che spero di aver modo di approfondire meglio: il Cyber System Connector.

"The CSC provides an interface for each integrated system component of the machine or plant. This provides a virtual image that is always identical to the actual plant. Any change to the machine will update the virtual representation and also the technical documentation.
The virtual machine may include information such as process flowcharts, control logics, schematics, 3D models, factory and plant layout, operating instructions or risk assessments.
In addition to the legally required physical documentation, all information is provided in the form of decentralized virtual images distributed over the entire system that are combined into a common virtual image. This allows the derivation of situation- and needs-based documentation information for the user, which remains up-to-date throughout the entire product lifecycle."

Dalla descrizione fornita sembra un'idea veramente affascinante, ma non ho ad ora dati sufficienti per poter esprimere un commento sensato.

Di certo questo articolo conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che il nostro ruolo non sarà affatto defilato o sminuito nel IoT/IoE.

Quanto impiegheremo per raggiungere la linea dell'orizzonte? 2, 3 o 5 anni? Non lo so, ma la linea è davanti a noi e la toccheremo con le mani.
 
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sabato 8 agosto 2015

Comunicazione Tecnica e IoT: il futuro dietro l'angolo

A Gennaio vi ho proposto un thread di articoli in cui illustravo la mia opinione sul ruolo che potranno avere i Comunicatori Tecnici nell'epoca dell'Internet of Things (IoT).

Nel numero di Marzo di Intercom, nell'ambito di un articolo sull'IoT, mi sono imbattuto in un intervento di Ray Gallon, un collega con molti anni di esperienza nel campo della Com Tec in diverse grandi aziende (IBM, Alcatel, General Elecric Health Care)  ed ex presidente di STC France.

Ray è un punto di riferimento per la nostra professione e sostiene delle tesi molto simili alle mie.

Vi riporto integralmente la parte iniziale e quella finale dell'articolo:

"The first thing one might think is that with machines talking directly to one another, there’s no need to explain anything. But even on the most primary level, all these machines need to be told what to communicate to each other, what to do when certain conditions are met, and whom to notify. The content economy that the IoT produces will certainly require people with the ability not only to analyze Big Data, but to communicate the analysis to executives, governments, and other society leaders, as well as to the general public. Technical communicators will see their roles expand, as they become interpreters of data or work with interpreters of data to communicate what it all means."

Nella prima parte Ray si riferisce a quello che io indico come la "strutturazione dei contenuti IoT", che richiede:

  • standardizzazione delle informazioni e riuso dei contenuti
  • informazioni in formati interoperabili, adatti a diversi ambienti/sistemi operativi/canali
  • realizzare contenuti modulari, riusabili e "miscelabili" in base a diversi criteri "d'azione" (task driven, context driven, event driven) da proporre all'utente secondo il nuovo modello InfoSeekU ("informazione che cerca l'utente")

  • Nella seconda parte prefigura addirittura un nuovo spazio d'azione per i comunicatori tecnici, che ribadisce nella parte finale:

    "The Internet of Things will be able to create human microclimates, social gathering spaces, or special labor market conditions. And technical communicators will be there showing people how to make sense of it all, and answering those difficult questions—to use the services and data available to us to improve our lives."

    Vi segnalo questo intervento di Ray perché troppo spesso mi capita di ascoltare previsioni strampalate sul futuro di questa nostra professione (e anche di altre professioni tecnologiche) che dovrebbero essere soppiantate in un mondo "dominato dalle macchine".

    State sereni, le macchine "intelligenti" non esisteranno mai, ma ci sono già tante macchine affascinanti e sofisticate, ricche di funzionalità utilissime, che noi dovremo continuare a "spiegare".

    E l'IoT (o meglio... IoE, cioè "Internet of Everything") sarà un nuovo "campo di gioco" per tutti noi.


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