domenica 22 giugno 2014

Un tessuto importante nasce dall'intreccio di fili diversi

Scusate l'assenza, ma ogni tanto bisogna prendersi del tempo per studiare e approfondire, oltre al tempo dedicato alle ordinarie attività professionali nella mia azienda, quanto mai intense nelle ultime 3 settimane.

Dove eravamo rimasti? Proviamo a riannodare alcuni fili, che sono naturalmente destinati ad intrecciarsi.


Ad Aix-en-Provence e prima ancora a Bologna sono partito da un'idea semplice: nell'era del Web 2.0/3.0 disponiamo di una massa di informazioni sostanzialmente infinita e che cresce ogni giorno, rispetto alla quale l'idea che sia l'utente a cercare le informazioni che gli necessitano è evidentemente improponibile e conduce a risultati deludenti: la maggiorparte dei dati che REALMENTE ci verrebbero utili per prendere decisioni semplicemente ci sfugge.

La soluzione risiede in un'altra idea semplice: rovesciamo il paradigma!

Non più l'utente che cerca l'informazione, ma l'informazione che cerca l'utente (Information Seeking User - ISeekingU), cioè sono le informazioni a "cercare" l''utente, in base al compito che l'utente deve compiere e al contesto in cui opera.

Le informazioni devono essere "task and context driven", cioè guidate dal compito che deve svolgere l'utente e dal contesto in cui si trova.

Il "mantra" da tenere a mente è:  fornire le informazioni giuste, alle persone giuste, nel tempo, nel luogo e nel modo giusti.

Se ci atteniamo alle raccomandazioni del minimalismo, questo significa  fornire solo le informazioni necessarie e sufficienti per permettere all'utente di svolgere il proprio compito in sicurezza ed efficacemente.

Un esempio significativo in tal senso è fornito dagli On Line Help presenti all'interno delle interfacce software dei dispositivi che usiamo ogni giorno.

Ma qui entra in gioco un primo elemento di rottura con lo schema classico, imperniato sul manuale stampabile tradizionale: un manuale è un oggetto sequenziale e gerarchico, dove il Cap. 3 arriva indefettibilmente dopo il Cap. 2 e inevitabilmente prima del Cap. 4.

Un manuale tradizionale, per sua natura, non può erogare informazioni guidate da compito e contesto; ci obbliga ad una lettura sequenziale.

Barbara Zen, in un recente post, si chiede, tra le altre cose, se le istruzioni per l'uso "si leggono o si consultano". Ai meno attenti potrebbe sembrare una domanda insolita, invece a me ha fatto venire in mente che "la consultazione" è la risposta "istintiva" dell'utente che ha un problema ben definito e che per risolverlo non ha nessuna intenzione di "leggere" tutta la documentazione disponibile, ma solo, appunto, "consultare" quella sezione specifica che risponde alla sua esigenza del momento.

Quindi se dobbiamo andare incontro ad una operatività "task/context driven", dobbiamo liberarci dal "gerarchico-sequenziale" e immaginare informazioni "modulari" che possono essere aggregate/collegate secondo percorsi diversi, come un ipertesto.

Per ottenere questo dobbiamo passare dalla gestione "monolitica" dei contenuti alla gestione di "moduli" riusabili focalizzati su un tema specifico (topic based).


Nel suo blog, Mark Baker indica questo approccio con il termine "bottom-up architecture", proprio in contrasto con la logica organizzativa di un libro tradizionale che segue, evidentemente, una logica "top-down".

Ovviamente, nulla ci vieta di ri-aggregare i nostri moduli secondo la stessa gerarchia presente nel manuale tradizionale, ma questa diviene una scelta "a valle" di un nuovo processo di gestione dei contenuti che può essere infinitamente più flessibile.

Come dico sempre, questo approccio non farà sparire i manuali  tradizionali, ma renderà la loro produzione "un effetto collaterale" di un processo molto più ricco di possibilità.

In altri termini, non "si parte" più dal manuale stampabile ma casomai "si arriva" ad esso, se e quando necessita.

Peraltro, vi invito a leggere un altro bel post di Barbara in cui sono indicati i vantaggi e gli svantaggi della digitalizzazione e della "scomparsa della carta" nella nostra vita di ogni giorno, dove si evidenzia che non sempre la scomparsa del supporto cartaceo può essere considerato un "sicuro" progresso.

E tuttavia, indipendentemente da come la pensiamo, è indubbio che la tendenza di medio-lungo periodo sarà basata sulla riduzione del supporto cartaceo, anche per via di vincoli legislativi che interessano diversi aspetti di qualsiasi attività produttiva, per ora soprattutto nell'ambito della Pubblica Amministrazione, ma presto anche per i privati cittadini/professionisti (conservazione sostitutiva, PEC, fatturazione elettronica, ...).

E questo lo sostengo sulla base di una seconda idea semplice: TUTTI i processi (produttivo-industriali, finanziari, commerciali, ...) DI OGNI GENERE, di qualsiasi livello o area tecnologica, sono già ora o saranno in futuro gestiti:
  • attraverso interfacce software
  • sempre più in modalità mobile
Vi sembra naturale avere in una mano un tablet, che vi permette di gestire un certo processo, e sfogliare con l'altra mano un manuale cartaceo per capire come completare QUEL PROCESSO?
O non vi sembrerebbe molto più naturale toccare con un dito la superfice del tablet e ottenere una forma di assistenza "embedded"?

Vi rammento che nel 2004 neanche immaginavamo le possibilità offerte da un tablet... ma nel 2024 (forse molto prima) consulteremo le istruzioni per montare i mobili della cucina con i Google Glass (o qualcosa di simile).

Come si gestisce tutto ciò?

Abbiamo bisogno di tecnologie/standard (CCMS, XML, XSLT, HTML5) e metodologie (DITA, IM, S1000D, ...), prima di tutto.

E abbiamo bisogno di diffondere queste conoscenze, ben aldilà della cerchia degli addetti ai lavori.

A presto.



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