lunedì 16 agosto 2010

L'uso dell'accento: regole sui monosillabi

In italiano le regole sugli accenti derivano sostanzialmente dall’uso prevalente consolidato, più che da motivazioni logiche; in generale è buona norma evitare di apporre l’accento se non è necessario.

L’accento distintivo serve a definire il valore grammaticale di un monosillabo, distinguendolo dagli omografi, per renderne esplicito il significato.

Se volessimo adottare una regola “riassuntiva” sui monosillabi, efficace nella maggiorparte dei casi, potremmo enunciarla così:

- un monosillabo è accentato se può avere due significati diversi;
- si accenta, tra i due, il verbo;
- se nessuno dei due monosillabi è un verbo, si accenta quello meno usato;
- se un monosillabo ha solo un significato, non si accenta mai.

Questa regola può essere utile in molti casi ma contempla delle eccezioni, come quelle relative alle note musicali.

Ad esempio, consideriamo la frase:

Il nostro Re ha molto apprezzato la Sinfonia in Re minore che il pianista ha appena eseguito.

E’ evidente che non c’è ambiguità tra il primo Re (inteso come sovrano) ed il secondo Re (inteso come nota musicale), quindi non c’è bisogno di apporre l’accento su uno dei due Re!

La tabella seguente indica l’uso prevalente relativo ai monosillabi elencati nella prima colonna a sinsitra:


La tabella non è esaustiva di tutti i casi possibili, ma riassume “l’uso consueto” per i monosillabi più comuni; unitamente alla regola sopracitata, fornisce una “bussola” per orientarci nella maggiorparte dei casi, ma in alcuni casi ci possono essere delle eccezioni.

Un esempio?

La Grammatica Italiana di Luca Serianni, l’Accademia della Crusca e il Dizionario Treccani concordano nell’indicare che "su" non prende mai l’accento.
Tuttavia in alcuni casi potreste trovare (avverbio) distinto da su (preposizione).

Non c'era che da tirar sù lo sportello della gabbia più piccola. (Pirandello)

In questo caso, se si fosse usato il su non accentato, era possibile fraintedere il significato della frase? Evidentemente no.
Se vi attenete alla tabella sicuramente non sbagliate ed eventuali eccezioni non fanno che confermare la proverbiale regola!

Altro esempio?

Giacomo Leopardi utilizza nella poesia A sé stesso il "sé" accentato prima di "stesso".

Per un certo periodo si è diffusa l’indicazione che “se stesso” o “se medesimo” si potesse scrivere omettendo l’accento sul se. Oggi questa posizione è giudicata un’inutile complicazione e si consiglia di mantenere comunque l’accento, come indicato in tabella.

Concludendo, l’uso dell’accento distintivo va valutato solo nei casi in cui serve effettivamente a dirimere una situazione ambigua.

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3 commenti:

Andrea ha detto...

Grazie! Sai che ci pensavo proprio oggi, "scrivacchiando" qualcosina per il mio blog di campagna...? Mi salvo la tabella, tornerà utile!
a presto
andrea

Alèxandròs ha detto...

Ciao Andrea.
Io non ho mai digerito tutte le regole grammaticali che ci hanno insegnato a scuola. Per questo cerco di presentarle nel modo che mi sembra più sintetico e semplice possibile. Non so se ci riesco, ma ci provo. Ho visto il tuo blog... altro che blog di campagna! Vivace e interessante nei contenuti e con ottime idee nella forma e nella struttura. Prima o poi dovrò ristrutturare questo blog, ma non ho mai tempo. Spero di incrociarti ancora. Ciao.

Andrea ha detto...

Ci riesci benissimo... Purtroppo spesso il blogger provetto si fionda su articoli del tipo: "come ottenere diecimila visite in diecimila secondi", per poi tralasciare l'uso degli accenti... :)

Per quel che mi riguarda sei un punto di riferimento sulla "scrittura". Grazie per la visita dalle mie parti!

A presto

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