domenica 2 febbraio 2014

Dalla scrittura monolitica alla scrittura modulare, ovvero lavorare "a strati"

Nel post precedente ho provato a chiarire definitivamente un aspetto fondamentale nello sviluppo della documentazione modulare, relativo al disaccoppiamento tra lo strato dei contenuti e lo strato della loro rap-presentazione, attraverso il concetto di "foglio di stile" CSS (Cascading Style Sheet) ben noto ormai da alcuni anni a coloro che si occupano di contenuti per il Web.

Questi due strati sono INDIPENDENTI.

Quindi posso, con N diversi CSS, fornire N distinte rap-presentazioni formali/editoriali SENZA MODIFICARE I CONTENUTI. Quando dobbiamo esportare i nostri contenuti verso l'esterno, ci possono essere altri "livelli di formalizzazione" che possono entrare in gioco.

Il primo livello è rappresentato dalla scelta del CSS.

Un altro livello è dettato dal FORMATO di output che vogliamo ottenere (ad esempio, un PDF, un DOC o un formato Web, come protrebbe essere Web Help o HTML5).

Se poi nel secondo livello scegliamo un formato Web, ad esempio nel caso di un Help on Line (HOL) in formato HTML5, allora dovremo andare a gestire anche il "look&feel" o "skin" di questo oggetto.

Quest'ultimo livello può risultare fondamentale, ad esempio, quando è necessario "brandizzare" un HOL con il logo e i colori aziendali del vostro cliente o quando si devono introdurre o mascherare una serie di elementi nell'architettura dell'HOL.

Senza entrare nei dettagli di tutti questi aspetti, possiamo però già osservare come il principio della "modularità" e "dell'indipendenza tra diversi strati" attraversa più ambiti del processo redazionale dei contenuti tecnici.

Qui mi riallaccio alla mia tesi per cui oggi non si può parlare più di "technical writer" come colui che opera solo e soltanto sui contenuti "puri", ma di "technical communicator" con uno skill estremamente composito e multidisciplinare, perchè egli deve poter gestire tutti gli aspetti di quel processo editoriale che porta a formalizzare contenuti tecnici nella modalità adatta all'utente target.

Quindi tutto si lega: non si può parlare di documentazione modulare se non parliamo di CCMS, cioè degli strumenti che consentono di manipolare TUTTI GLI STRATI che intervengono nel processo redazionale. E non si possono gestire i diversi strati se non si conoscono le metodologie, le tecnologie e gli standard coinvolti.

Il concetto da focalizzare è, in estrema sintesi, il seguente: al termine di un processo editoriale che si basa sul riuso di contenuti modulari, il "documento" finale sarà dato dalla "sovrapposizione" di diversi "strati/elementi" INDIPENDENTI che vanno a "vestire" i contenuti "puri".

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