Un giorno, dal blog di Luisa Carrada, vengo a sapere che il mio amico Gianni Angelini ha scritto un libro sulla nostra comune professione, intitolato "Il comunicatore tecnico" (Franco Angeli Editore).
Lo aggancio poco dopo su Skype per lamentarmi: "Ma come? Lo devo sapere da un post di Luisa che hai scritto un libro?".
Per farsi perdonare, Gianni mi ha inviato una copia ed ora si becca questa recensione tra capo e collo, così impara a fare le cose di nascosto!
:-)
A parte gli scherzi, un libro sulla Comunicazione Tecnica in lingua italiana è un evento che va celebrato.
E' un libro asciutto e leggero, 120 pagine di informazioni, zero fuffa, tutta sostanza, con una bellissima prefazione di Luisa Carrada.
Se qualcuno di voi è in cerca di un'enciclopedia sulla Comunicazione Tecnica, questo NON E' IL LIBRO GIUSTO (anche perchè racchiudere TUTTO quello che si potrebbe raccontare su questa professione IN SOLE 120 pagine, sarebbe una sfida irricevibile anche per un campione dell'ermetismo).
"Il comunicatore tecnico" è invece un libro che attraverso pochi tratti essenziali fornisce una specie di "mappa" utilissima, specie per coloro che avessero in mente di avvicinarsi per la prima volta a questo "territorio".
Tra i maggiori pregi del libro segnalo:
- il senso di modernità di fondo, a partire dal titolo (e sottolineata dalle risposte fornite da Ottavio Ricci, presidente di COM&TEC, nell'intervista rilasciata a Gianni e riportata nel Cap. 7), laddove finalmente si mette in soffitta il termine ormai obsoleto e semanticamente limitativo di "technical writer" (si, lo so, sul mio blog ancora campeggia questo termine, ma il blog nasce nel 2009)
- il Cap. 2, dove si affronta il tema a me molto caro della produzione "moderna" dei contenuti, basata su un approccio modularizzato che consente il riuso dei contenuti e la gestione di processi di pubblicazione multi-target/multi-channel
- il Cap. 3, relativo all'uso dei linguaggi controllati nella redazione della manualistica, uno dei temi più delicati anche per i professionisti più esperti del settore
- il Cap. 6, ove si inquadra in maniera efficace il tema della produzione di manuali per le macchine, che devono rispondere alle indicazioni di normative specifiche e cogenti, come la Direttiva Macchine
- il Cap. 7, che aiuta ad orientarsi alla professione nel contesto italiano
Ma la mia recensione non sarebbe seria se non indicasse anche i difetti che ho notato:
- nel Cap. 4, sono state dedicate solo 4-5 pagine alla documentazione per il software, un argomento che invece è forse l'area in più rapido sviluppo ed evoluzione, proprio perchè non è "ingabbiata" dai vincoli imposti da precise norme come quelle che insistono sulla produzione della documentazione per le macchine.
- manca un'indicazione sui parametri economici e retributivi della professione, che potevano dare un elemento di ulteriore efficacia a questa "mappa" (peraltro, tali informazioni sono facilemente reperibili nel mondo anglosassone, mentre nel contesto italiano sembra che certi dati siano sempre "avvolti nella nebbia")
Sottolineo che Gianni è il coordinatore di un'iniziativa nata e promossa in seno a COM&TEC (e che ha visto impegnati altri colleghi/soci COM&TEC), tesa a definire uno standard di Italiano Tecnico Semplificato, che ad oggi è un marchio registrato (Cap. 3).
Non aggiungo ulteriori dettagli, perchè vi sto preparando una sorpresa.
Spero che il libro di Gianni abbia successo e sia solo il primo, che altri ne possano seguire, magari anche di altri colleghi.
Abbiamo bisogno di condividere idee e far crescere la cultura professionale nel nostro settore.
Questo blog nacque ANCHE per perseguire questo scopo.
Se ognuno rimane nella sua trincea, a difendere un metro quadrato di terra che non serve a nulla, perdiamo. Se invece facciamo circolare idee, soluzioni e progetti, allora possiamo crescere tutti.
Gianni mi ha fatto la cortesia di citarmi nel suo libro, alla stregua di altri e più importanti riferimenti, come Petra e Vilma.
Allora vuol dire che in questi anni di blog qualcosa di buono devo averlo combinato anche io e spero di continuare su questa strada.
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