martedì 29 novembre 2016

Contenuti 4.0... cioè? Iniziamo dall'inizio

Contenuti 4.0, Intelligent Contents, Documentazione 4.0, Information 4.0... e via e via. Tutti ne parlano e si moltiplica l'interesse intorno a queste sigle.

Volendo citare Mao Ze Dong: "Grande è la confusione sotto al cielo. La situazione è eccellente...".

E allora entriamo nel mainstream e cerchiamo di capire di cosa si sta parlando e perchè.

Prima di tutto, scegliamo una sola definizione: da qui in poi parlerò di Contenuti 4.0, per brevità e chiarezza.

Ad un occhio superficiale sembrerebbe che si stia parlando di un concetto assolutamente nuovo. Ed ecco la prima sorpresa.

La prima definizione di "Intelligent Content" è stata coniata nel 2008 da Ann Rockley (autrice di Managing Enterprise Content e fondatrice dell'Intelligent Content Conference (ICC)):

"Intelligent content is structurally rich and semantically categorized and therefore automatically discoverable, reusable, reconfigurable, and adaptable."

Vorrei partire da questa definizione per poi dedurre tutta una serie di ragionamenti che possano aiutare a chiarire le implicazioni di una "rivoluzione industriale" che ci coinvolge tutti e che sta già impattando direttamente i professionisti della Comunicazione Tecnica.

In primo luogo, definiamo la relazione tra "contenuto" e "informazione".

Sono sostanzialmente allineato con una definizione di Joe Gollner, che indica "un contenuto" come un oggetto che noi andiamo a definire, creare, riusare e gestire al fine di fornire "informazioni".

Un esempio?

"In caso di malfunzionamento, abbassare la leva rossa di sicurezza per interrompere l'alimentazione elettrica e fermare la macchina.
Successivamente, rimuovere il riparo di protezione e verificare lo stato del cilindro rotante.
"

Da questo "contenuto" emergono diverse "informazioni":

- la macchina necessita di alimentazione elettrica
- in caso di problemi, prima di tutto bisogna abbassare la leva rossa per interrompere l'alimentazione
- solo a macchina ferma si può rimuovere il riparo di protezione
- una delle parti fondamentali della macchina è costituita da un cilindro rotante

D'altra parte, per far arrivare un'informazione dalla sorgente al ricevente (Teorema di Shannon), essa deve attraversare un "canale" a bordo di un "segnale", cioè a bordo del "contenuto".

Quindi, esiste una relazione duale tra "contenuto" e "informazione".

Nulla di strano: i "contenuti" sono gli oggetti che vengono realizzati dai comunicatori tecnici, "l'informazione" è quanto necessita agli utenti che usano il prodotto.

Idealmente, dovremmo sempre stabilire una relazione biunivoca contenuto - informazione.

Su questo concetto appuntiamo la prima bandierina, che ci servirà in seguito.

A presto.

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1 commento:

Alesatoredivirgole ha detto...

Ciao,
tra fonte emittente/sorgente e destinatario/ricevente si può parlare di avvenuta comunicazione solo nel caso in cui vi sia comprensione da parte del ricevente.
Durante questo processo dovremo tenere conto delle "fonti di rumore", ovvero tutto ciò che impedisce, ostacola e/o "sporca" il messaggio (es. termini non adeguati all'utenza, frasi lunghe e contorte, supporto non adeguato, significati ambigui, ecc).
Inoltre, perché vi sia comprensione, fonte emittente e ricevente dovranno condividere il medesimo "codice".
In caso contrario il ricevente si troverebbe in una condizione di incomprensione e/o rifiuto del messaggio dovuto proprio alla disparità di "codici".
Attenzione però: a volte il ricevente condivide il "codice" e comprende il messaggio ma lo rifiuta... ritenendo la fonte inattendibile.
Per risultare attendibile la fonte emittente dovrà quindi, oltre ad utilizzare un codice ed un linguaggio adeguati, far leva su prove evidenti e fatti concreti.

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