martedì 18 agosto 2009

La Babele degli acronimi: seconda parte


Come abbiamo visto nel post del 12 Agosto, l'uso degli acronimi è assoggettabile a regole precise, pur tenendo presenti le debite eccezioni. Ora analizziamo altri aspetti.

L'acronimo può essere confuso con "il marchio" di un'azienda.

Un esempio tipico è quello dell'ENEL (Ente Nazionale per l'Energia eLettrica).

Nel marchio di quest'azienda è visibile invece la sigla Enel, con la sola E maiuscola iniziale. Ecco un esempio in cui, se non vi sono possibili ambiguità, si può scrivere ENEL o Enel indifferentemente, in quanto l'uso ha determinato un'equivalenza delle due modalità, con una sostanziale sovrapposizione tra acronimo e marchio. Ma scrivere 'enel' è invece un errore.

Allo stesso modo, è ormai invalso l'uso equivalente di FIAT e Fiat.
Ma se scrivete 'fiat' qualcuno penserà che state scrivendo una parola latina.

Questo meccanismo è comune a moltissimi acronimi, cioè in tutti quei casi in cui l'uso ha ormai sovrapposto l'acronimo e il marchio/sigla equivalente.

Altro caso è quello del LASER (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation), che viene citato anche come Laser o l'equivalente 'laser'; quindi potrete trovare indifferentemente LASER, Laser o laser.

Nel caso della NATO (North Atlantic Treaty Organization) invece, tale meccanismo non si è affermato; troverete sempre scritto NATO e qualsiasi eccezione è un errore.

Questi esempi avvalorano la regola generale: se scrivete ENEL, FIAT, LASER e NATO siete sicuri di non sbagliare. Se usate invece le altre forme, dovete valutare il contesto e la consuetidine ormai consolidata, ma rischiate di commettere errori.

E' invece ormai caduta in disuso la notazione "puntata", in cui le lettere dell'acronimo sono separate dal '.'.

Quindi NATO e non N.A.T.O, LASER e non L.A.S.E.R. e così via.

Abbiamo finito ? No... al prossimo post.

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