mercoledì 12 agosto 2009

La Babele degli acronimi: prima parte

"...L'applicazione necessita di almeno 1 GB di RAM. Essa si basa sui più diffusi protocolli e standad aperti (HTTPS, SSL, FTP, LDAP, XML, WSDL, SOAP, ...) e consente di implementare policies conformi alla SOA, nell'ambito di architetture GRC in cui...".

Avete capito qualcosa?
Se non siete dei consulenti del mondo ICT (?!?...un altro acronimo...) probabilmente no.

"The acronyms' hell" è il pane quotidiano di un TW e quasi ogni giorno spuntano nuovi acronimi in ogni settore tecnico.

Nel campo in cui opero, quello dell'Information&Computer Technology (ICT!... ecco che vuol dire!), questo aspetto è particolarmente critico, perchè è praticamente impossibile non ricorrere all'uso degli acronimi; d'altra parte, un loro uso smodato, così come mostrato nell'esempio iniziale, può conferire al testo una cripticità intellegibile solo agli addetti ai lavori.

Ci sono delle regole a cui affidarsi ? Certamente si, ma laddove ci sono delle regole, ci sono anche le relative eccezioni. Come in altri post di questo blog, cercherò di delineare gli elementi essenziali di quest'argomento, senza la pretesa di esaurirlo in ogni suo aspetto.

Un acronimo è una parola formata con le lettere iniziali di determinate parole di una frase o di una definizione.

In una accezione più "lasca", sarà possibile formare un acronimo anche a partire da alcun sillabe, non solo dalle iniziali, del gruppo di parole considerate.

Alcuni esempi di acronimi derivanti dalla definizione "stretta":

- SSL: Secure Socket Layer

- FTP: File Transfer Protocol

- FIGC: Federazione Italiana Gioco Calcio

- FIAT: Fabbrica Italiana Automobili Torino

... ed altri esempi derivanti dalla definizione "lasca":

- XML: eXtensbile Markup Language

- DNA: DeoxyriboNucleic Acid

- EURATOM: EURopean ATOMic Energy Community

La regola fondamentale, CHE NON PUO' MAI ESSERE DISATTESA, è quella che NON SI DEVE USARE MAI UN ACRONIMO senza specificare, alla prima citazione, l'espressione estesa alla quale quell'acronimo si riferisce.

Alcuni esempi?

"... la BCE (Banca Centrale Europea) ha emanato i nuovi valori dei tassi che saranno in vigore per i prossimi 3 mesi. Le aspettative degli analisti, che prevedevano una diminuzione dello 0.25, sono state disattese; il Presidente della BCE ha motivato le scelte effettuate con la necessità...".

Come si vede dall'esempio, si usa l'acronimo BCE e subito dopo, tra parentesi tonde, si indica l'espressione estesa, con le lettere che formano l'acronimo in maiuscolo. Successivamente, si usa l'acronimo senza più specificare la sua espressione estesa.

Altro esempio:

" ... la comunicazione delle credenziali dell'utente avviene su un canale sicuro, secondo le modalità previste dal protocollo SSL (Secure Socket Layer). Un canale SSL consente...".

CI SONO ECCEZIONI A QUESTA REGOLA ?

Si e dipendono dal contesto, nonchè dal "lettore target" a cui state pensando mentre scrivete.
Se state scrivendo un articolo su una rivista di auto e vi riferite al mercato dell'automobile in Italia, potete usare l'acronimo FIAT senza dover citare la sua dizione estesa.
Se state preparando una relazione da leggere ad una riunione di esperti genetisti, potete usare il termine DNA senza altra cautela.

In altri termini, potete usare un acronimo senza accompagnarlo con la sua espressione estesa, SOLO SE NEL CONTESTO IN CUI LO UTILIZZATE non vi è alcun dubbio in merito alla sua interpretazione.

All'inzio del post ho citato un brano tratto da una scheda tecnica di un prodotto software.
Per un esperto di ICT, il brano è abbastanza chiaro ma c'è l'ultimo acronimo, GRC, che può dar luogo a dubbi. GRC vorrà dire... Governance Risk Management and Compliance... oppure ... Governance Risk Control... oppure ... General Review Control... oppure ... ?!?

Ecco un bell'esempio in cui alcuni acronimi (SSL, XML, SOAP, ...) possono essere citati senza alcuna cautela, perchè siamo certi che il lettore target per il quale scriviamo non avrà dubbi nell'interpretarli, mentre altri vanno accompagnati dalla corretta espressione estesa (Governance Risk Management and Compliance).

Abbiamo esaurito l'argomento ? Ovviamente no... al prossimo post per esplorare altri aspetti degni di attenzione.

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