sabato 8 maggio 2010

Le liste per comunicare con efficacia... e per gli spaghetti all'Amatriciana!

In più di un'occasione, in questo blog, vi ho proposto dei contenuti organizzati secondo il paradigma della check-list. Questo approccio è largamente usato nella manualistica tecnico/scientifica e militare.

Vi siete mai chiesti il perchè? Sarà un capriccio o c'è un motivo?
Ovviamente il motivo esiste ed è ben noto a chi si occupa di "comunicazione efficace". Una check-list consente un impatto molto chiaro e diretto sul lettore; permette di destrutturare un concetto complesso in un certo numero di concetti più semplici, facilita la lettura e la comprensione, agevola una comunicazione più incisiva.

E allora perchè non le usiamo? Semplicemente perchè non ci hanno insegnato ad usarle. Solo quando cominciamo a leggere/scrivere documenti in ambito professionale cominciamo ad apprezzare questo modo di organizzare le informazioni.

Una lista può essere utile per descrivere una procedura, elencare le caratteristiche di un prodotto, riassumere alcuni concetti di base e... MA COME STO SCRIVENDO?

No, no... ricominciamo... dunque dicevamo che una lista può essere utile per:

- descrivere una procedura
- elencare le caratteristiche di un prodotto
- riassumere alcuni concetti di base

CHIARO? Come... "NON E' CHIARO"?

Allora... mangiamo qualcosa.
Ci vorrebbe una bella ricetta... dunque... facciamo degli spaghetti all'Amatriciana? Fidatevi di me, i miei avi vengono proprio da Amatrice, sono un "guru" della materia.

Per 4 persone, prendiamo 500 g di spaghetti, 125 g di guanciale, 100 g di pecorino, 400 g di pomodori pelati, 1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva, ... NO... QUESTO NON E' IL MODO GIUSTO... forse è meglio così:


Ingredienti (per 4 persone):

- 500 g di spaghetti
- 125 g di guanciale
- 100 g di pecorino grattugiato
- 400 g di pomodori pelati
- 1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
- 1 bicchiere di vino bianco
- 1 peperoncino


Procedimento per la cottura:

  1. disporre in una padella di ferro l'olio, il peperoncino ed il guanciale;
  2. far rosolare tutto a fuoco vivo finchè il guanciale non sia leggermente croccante, quindi sfumare con il vino bianco;
  3. togliere il guanciale e tenerlo in caldo per farlo rimanere morbido, aggiungere nella padella il pomodoro e portare il fuoco al minimo;
  4. nel frattempo, far bollire l'acqua per cuocere la pasta;
  5. quando la pasta è quasi cotta, aggiungere al condimento che sta cuocendo nella padella il guanciale che avevate tolto in precedenza;
  6. scolate la pasta e versatela in una terrina, aggiungendo la metà del pecorino;
  7. versate il contenuto della padella sulla pasta e aggiungete la rimanente parte di pecorino.

Consigli:

- Si usa il guanciale e NON LA PANCETTA, altrimenti NON E' L'AMATRICIANA!
- La proporzione di 4:1 tra la pasta ed il guanciale E' SACRA E INVIOLABILE!
- La salsa dell'Amatriciana NON SI FA CON LA CIPOLLA!

MA NON AVEVAMO INIZIATO IL POST parlando delle check-list?

OVVIAMENTE la ricetta dell'Amatriciana è solo un pretesto; le ricette per cucinare sono il classico contesto in cui si apprezza l'uso delle liste.

Ma l'esempio è utile anche per focalizzare come si usa la punteggiatura in questo contesto, argomento sempre molto controverso nei diversi manuali di stile che ho spesso consultato per risolvere i miei dubbi.

Io ho deciso dopo diversi tentativi di regolarmi in questo modo:

  • le liste sono SEMPRE introdotte dai due punti;
  • se i termini della lista sono semplici e brevi (INGREDIENTI), non si usa punteggiatura tra un termine e l’altro;
  • se i termini della lista sono legati (PROCEDIMENTO) alla frase che introduce la lista, si usa la minuscola, il punto e virgola alla fine di ogni termine e il punto finale sull'ultimo;
  • se i termini sono molto complessi e costituiti da frasi distinte (CONSIGLI) rispetto al periodo introduttivo, si usa la maiuscola e il punto alla fine di ogni frase.

Ed ora provate a cucinare l'Amatriciana... poi fatemi sapere!

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2 commenti:

barbara ha detto...

ciao Alessandro,
è da un po' che ho letto questo tuo post e che ci penso su.
Sono tendenzialmente d'accordo con te però ti porto un esempio diverso tanto per discuterne un po' insieme.
Resto nel campo delle ricette citando un libro piuttosto piacevole scritto da Allan Bay. Si tratta di "77 ricette perfette", sottotitolo: "spiegate per filo e per segno, nessuno può sbagliare".
Diciamo che in questo libro (che si legge come un romanzo) sono spiegate tecniche e ricette. L'idea alla base è che una volta capite, non serve neppure più andarsela a guardare.
Certo, ammetto che una check-list almeno degli ingredienti sarebbe utile, ma questo libro si rivolge ad un utente base e si presenta in modo accattivante e divertente. Ti viene voglia di cucinare! Tieni presente che non ci sono foto, né disegni. Se mai ti capitasse di leggerlo, secondo me rappresenta un buon esempio di quello che potrei definire "manuale alternativo specifico per l'utente un po' pigro e completamente digiuno di tutto". Penso che segmentare i lettori per andare incontro alle loro esigenze dovrebbe essere un'indicazione del marketing perché se anche hanno già comprato magari non ricompreranno la prossima volta :)

Alessandro ha detto...

Ciao Barbara. Non ho letto il libro di cui mi parli ma ho preso appunti e appena entro in una libreria lo cerco. I tuoi post sono sempre molto interessanti. Vedo che sei molto sensibile al tema di differenziare gli schemi di comunicazione rispetto al tipo di target da raggiungere.
Mi piacerebbe studiare questo tema, proprio perchè, come ti ho spiegato, nel mio lavoro devo lavorare nell'ottica diametralmente opposta. Tanto lavoro, risorse umane e di tempo mai adeguate, contenuti estremamente complessi da semplificare quanto più possibile perchè devo scrivere un manuale buono sia per l'utente esperto che per quello sedicente tale.
Ma non credo che finirò i miei giorni nel mondo ICT... ho ancora speranza! :-)
Ciao.

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