di Marco Cevoli.
Il procedimento per tradurre un manuale redatto in LaTeX mantenendo la formattazione originale non è così complicato come potrebbe sembrare.
Esistono vari strumenti gratuiti e open source che rendono la vita dei traduttori più agevole.
LaTeX è un linguaggio di markup usato per la preparazione di testi complessi, soprattutto in ambito matematico e scientifico, poiché consente un’estrema precisione nell’impaginazione.
È distribuito come software libero e si basa sul programma di tipografia digitale TEX, creato nel 1978 da Donald Knuth, un celebre studioso e professore d'informatica degli Stati Uniti.
Una curiosità: la pronuncia esatta è /latek/ e non /latecs/, perché poiché il nome TEX deriva dalla radice della parola greca τέχνη, (techne) che significa arte, tecnica, tecnologia. La X presente nel nome è dunque la lettera greca “chi” maiuscola (Χ) la cui grafia si confonde con quella della “ics” dell’alfabeto latino.
I file LaTeX sono file di testo semplice che seguono una formattazione particolare, con etichette e codici di controllo. A colpo d’occhio non è sempre facilissimo distinguere quali parti costituiscono il contenuto traducibile e quali no. Un’ulteriore difficoltà è rappresentata dal fatto che normalmente un manuale complesso non è formato da un solo file TEX, ma da una struttura di cartelle in cui sono annidati diversi file insieme alle corrispondenti illustrazioni.
L’opzione più immediata sarebbe quella di aprire i file che costituiscono il manuale con un editor di testo traducendoli uno per volta. Tuttavia con questa procedura è facile commettere errori, cancellando ad esempio parti di codice, oppure saltando elementi traducibili. Anche per questo motivo, nell’ambito della traduzione tecnica si è soliti usare strumenti di traduzione assistita, ovvero programmi che immagazzinano le frasi tradotte in un database allo scopo di riutilizzarle.
Ciò garantisce maggiore uniformità, consente di non tradurre due volte i testi ripetuti (sempre abbondanti nei manuali tecnici), permette di elaborare tutti i singoli file in un colpo solo e agevola il lavoro del traduttore perché gli presenta soltanto le parti traducibili del testo. Il problema è che il programma più usato nel settore, SDL Trados, non è in grado di aprire il formato LaTeX. Per meglio dire, è in grado di aprire file di testo, ma senza distinguere le parti traducibili dal resto. Fortunatamente esistono due strumenti gratuiti che vengono in aiuto dei traduttori:
- Tortoise Tagger
- OmegaT
In un secondo momento si può usare uno strumento di traduzione assistita in grado di elaborare file Word o RTF con etichette di Trados, come appunto SDL Trados, Wordfast o memoQ, solo per citarne alcuni fra i più noti.
In alternativa, si può usare OmegaT, un potente strumento di traduzione assistita gratuito e open source, che non ha nulla da invidiare ad altri programmi commerciali più blasonati. In questo caso, ha il vantaggio di leggere direttamente i file TEX, bloccando le parti di codice e quindi impedendo di fatto al traduttore di corrompere il contenuto del file TEX originale.
Dalla versione 2.3.0 OmegaT preserva anche le linee commentate all’interno del codice LaTeX, che spesso contengono informazioni utili a chi deve pubblicare il manuale. Il flusso di lavoro è quello standard di ogni progetto realizzato con OmegaT. Nella finestra dell’editor, verrà visualizzato solo il testo traducibile e tutto il codice sarà occulto.
Per conoscere i due procedimenti dettagliati s’invita alla lettura della versione estesa di questo articolo:
Come tradurre un manuale scritto in LaTeX, pubblicata sul sito di Qabiria.
Per saperne di più su OmegaT si consiglia la lettura del primo libro in italiano sull’argomento:
Guida completa a OmegaT: tecniche, trucchi e consigli per traduttori e PM, disponibile sia in formato paperback che come e-book.
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