Nell'ultimo post avevo indicato come la relazione "contenuto-posizione del contenuto" non sia più sufficente a fornire risposte per la Comunicazione Tecnica 4.0.
In questa relazione dobbiamo aggiungere altri elementi?
Probabilmente si e forse non siamo neanche certi di conoscerli tutti, ma un elemento è sicuramente decisivo: la User Experience (UX).
L'evoluzione della tecnologia ci ha portato dal manuale stampato ai "contenuti molecolari".
Ora dobbiamo fare un altro salto quantico: i contenuti molecolari possono essere "montati insieme" in diversi modi, secondo diverse relazioni di interdipendenza, in base al contesto, in risposta ad un evento e possono essere attivati e pre-filtrati (tipizzazione+tagging) in base all'utente a cui sono destinati.
L'esempio che sto per farvi è ispirato da una riflessione che mi è stata suggerita durante una cena a Bologna, da un Ingegnere che ha maturato esperienze significative nell'automotive.
Se compro un'automobile di fascia alta, probabilmente avrò un tablet integrato nel cruscotto che mi fornirà le istruzioni per le regolazioni e le funzionalità più comuni della mia nuova auto.
Ma queste informazioni di base, probabilmente, mi saranno utili solo nei primi giorni di uso dell'auto. Poi, una volta imparate, non dovrò leggerle di nuovo. Perchè? Perchè la mia UX sarà cambiata.
Cosa farei seguendo un approccio tradizionale?
Forse scriverei un manuale con TUTTE le procedure tecniche per il governo dell'auto, ordinate secondo un certo indice.
Ma l'indice riflette il punto di vista dell'utente o dei diversi utenti che acquisteranno quella macchina?
Sicuramente no!
Nella migliore delle ipotesi, l'indice del manuale dell'auto sarà strutturato in base a delle "best practice" di uso comune, magari ispirate a qualche standard.
Ricordate la relazione "contenuto-posizione del contenuto"?
Che cosa dovrei fare invece se tenessi conto della UX?
Ad esempio, potrei associare ad ogni procedura un parametro di priorità del tipo:
- le procedure per i principianti (getting started)
- le procedure di uso comune (common use case)
In quest'ottica, quanto può essere importante definire la procedura step-by-step per smontare le candele? Direi... circa ZERO!
Perchè la probabilità di avere un problema alle candele nel primo mese di vita di una macchina nuova... è circa ZERO!!
In un manuale tradizionale, la procedura per smontare le candele probabilmente la trovate... ma quante volte avete REALMENTE smontato le candele della vostra auto?
Quello che vi ho appena raccontato è una semplificazione della FASE 1 che Marie Girard indica nel suo articolo.
Marie indica poi altre 4 fasi per poter progettare Contenuti 4.0 più efficaci.
La FASE 2 suggerisce di costruire gruppi di lavoro interdisciplianari per realizzare contenuti con un focus più effettivo sulla UX.
La FASE 3 invita ad utilizzare le macchine e l'intelligenza artificiale per migliorare i contenuti.
La FASE 4 invita ad usare "l'intelligenza collettiva" (FASE 2) per affinare strategie basate sui dati ricavati dalle macchine (FASE 3), sempre al fine di migliorare la FASE 1, cioè la relazione "contenuto-posizione del contenuto-UX".
Nella FASE 5 dobbiamo semplicemente misurare i risultati prodotti, raccogliere feedback dagli utenti ed eventualmente correggere il tiro, iterando una o più fasi, magari cambiando il valore di alcune variabili e lavorando su cicli di processo più brevi e flessibili.
Dall'articolo della Girard emerge un'idea guida, vera oggi più di ieri:
- i contenuti tecnici nascono ed evolvono nell'ambito di un processo più sofisticato rispetto al processo redazionale classico
- i contenuti tecnici diventano un asset aziendale concreto e forniscono "valore aggiunto" al prodotto
- non ci sono modelli "ready to use" che funzionano sempre ma i modelli devono essere "adattativi", cioè devono essere flessibili
A presto.
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