... forse oggi ha voluto riprendersi la sua "Mano".
"...perché la vita è un brivido che vola via...
...è tutto un equilibrio sopra la follia..."
V.Rossi Leggi questo articolo...... forse oggi ha voluto riprendersi la sua "Mano".
"...perché la vita è un brivido che vola via...
...è tutto un equilibrio sopra la follia..."
V.Rossi Leggi questo articolo...Cos' è un chatbot? E' un software in grado di simulare una conversazione, consentendo agli utenti di interagire con applicazioni web e dispositivi digitali, come se il software fosse una persona reale.
Da alcuni anni se ne parla (spesso "a vanvera"), anche in contesti di associazioni professionali ... poco professionali.
Molti hanno provato a cavalcare l'onda dell'argomento "cool", quello che "fa figo" se in mezzo ad un discorso da salotto pronunci la parola "chatbot" (ma lo stesso vale anche per "blockchain", "machine learning", etc).
Risultati? Spesso pessimi.
Potete costruire chatbot semplici, magari basati su approcci molto datati, come i "decision-tree" oppure chatbot più flessibili, basati su motori di intelligenza artificiale (AI) e potete progettare sofisticati assistenti digitali personalizzati in diversi settori.
Del resto, se i maggiori player mondiali stanno investendo in piattaforme conversazionali e non da ora, come indica Gartner, significa che esiste un mercato potenziale notevole e ancora disponibile.
Ma non si può improvvisare.
Progettare un chatbot non è roba per apprendisti stregoni e bisogna mettere in campo competenze in diverse aree:
.... e molto altro ancora.
Insomma, serve prima di tutto una metodologia o se preferite una "mappa".
Se volete avere un'introduzione al metodo di lavoro che necessita per progettare un chatbot, date un occhiata al blog di Technically Write IT, uno dei blog più interessanti nel campo della Comunicazione Tecnica.
Qui potete trovare tre articoli che vi danno"la mappa", inquadrando le questioni essenziali.
Come costruire un buon chatbot chiarisce alcune questioni di background e fornisce una sorta di check-list per capire come costruire la vostra content strategy, adattata allo use case che dovete indirizzare.
Come realizzare contenuti efficaci per un chatbot fornisce gli step principali per definire contenuti conversazionali del vostro chatbot e gestire il workflow di progettazione.
Come scegliere una piattaforma per sviluppare un chatbot indica le principali caratteristiche che deve avere una valida piattaforma software e anche un elenco delle più importanti piattaforme oggi disponibili sul mercato.
A questo punto siete in grado di progettare un chatbot?
ASSOLUTAMENTE NO!... ma avete una "mappa" che vi guida a valutare tutti i passaggi fondamentali per poter progettare un chatbot e che vi permetterà di risparmiare tempo ed evitare gli errori più banali.
A presto.
Leggi questo articolo...Il post precedente ha iniziato ad indagare più in profondità la tematica di come documentare le API.
Se avete avuto la pazienza di leggerlo, secondo me nella vostra testa si è accesa una lampadina, la tipica lampadina che precede la formulazione di una serie di domande:
Nei primi 3 articoli di questa serie, ho provato a definire "la cornice" di una tematica complessa:
Ora provo ad analizzare "il quadro", che è composto da diverse aree in relazione tra di loro, come in un quadro di Mondrian:
Le gRPC API, sviluppate da Google, sono servizi web simili alle RPC API basate su RPC. gRPC definisce i messaggi non in formato XML o JSON ma attraverso un buffer, specificato attraverso un file con estensione .proto. Il buffer.proto consente di definire la struttura dei dati e il modo in cui serializzare i dati che devono essere consumati dal server ricevente. Il formato "protobuffer" è considerato più leggero efficiente rispetto ad XML.
GraphQL
Le GraphQL API sono servizi web sviluppati da Facebook che consentono un'interazione dinamica basata su un unico endpoint. La query GraphQL recupera solo i dati necessari, consentendo richieste e risposte veloci.
Async API
AsyncAPI è uno standard open source mirato alle architetture basate su eventi (Event Driven Architecture). Simile alla specifica OpenAPI, consente di definire un'interfaccia comune per le interfacce EDA e consente una gestione multicanale. Quindi la stessa specifica può essere utilizzata per un API basata su MQTT o per una API Kafka.
AsyncAPI si basa su due concetti:
In sostanza, AsyncAPI crede che tutto possa essere rappresentato come un sistema di messaggi, con un'intestazione e un payload facoltativi o non richiesti. In questa visione, AsyncAPI cerca di abilitare la definizione di API utilizzando definizioni basate sul canale indipendenti dal protocollo.
Librerie di API
Le "API basate su libreria", si riferiscono a librerie di codice (ad esempio, file JAR) che gli sviluppatori aggiungono direttamente ai loro progetti per fornire funzionalità aggiuntive tramite classi e metodi (nel caso di linguaggi ad oggetti come Java, .NET stack, C++) o altre funzioni che possono essere chiamate localmente. Con le API della libreria nativa, le funzioni sono incorporate localmente all'interno del codice per potenziare le operazioni realizzate dall'applicazione. Questo tipo di API sono strutturalmente diverse rispetto alle Web API che abbiamo elencato in precedenza.
Un esempio? OpenSSL API, cioè la più importante libreria crittografica open source.
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ABBIAMO FINITO? Ovviamente no.
Ci sono altri tipi di API che potremmo dover documentare? Certo.
Allora diciamo che sono abbastanza confidente di avervi fornito "una mappa di base" per iniziare ad orientarvi rispetto alle caratteristiche generali delle API che attualmente coprono, ragionevolmente, il 90% dei casi che potreste dover gestire.
A presto.
Come detto in precedenza, le API sono la pietra angolare della trasformazione digitale che sta attraversando tutte le aziende. Se non foste convinti di questo assunto, vi basti pensare alle conseguenze della pandemia COVID-19 che stiamo vivendo: quale impatto abbiamo registrato sui processi lavorativi?
Le aziende più efficienti hanno fatto fronte alle difficoltà con meno danni e sono quelle che dispongono di processi digitalizzati realizzabili senza la necessità che TUTTI i lavoratori siano necessariamente presenti nel perimetro aziendale.
Un esempio? Ai primi di Giugno mi chiama il responsabile della documentazione aziendale di un'importante azienda italiana, di cui non farò il nome.
Il suo problema: a seguito della pandemia, i clienti richiedevano training digitalizzati, da fruire attraverso piattaforme LMS (Learning Management Systems) e lui voleva produrrre degli oggetti SCORM a partire dalla documentazione di prodotto, scritta secondo lo standard DITA.
Prima della pandemia, l'azienda forniva sessioni di training face-to face, ma non era più possibile; tuttavia, la necessità di fornire training ai clienti era pressante.
Ragionando su questo problema, l'azienda in questione si è resa conto che era conveniente intraprendere questa trasformazione INDIPENDENTEMENTE dalla pandemia!
Al netto della soluzione che ho suggerito, il nocciolo della questione è: possiamo ridefinire e digitalizzare processi non solo perchè siamo obbligati dalle circostanze ma perchè è SEMPLICEMENTE CONVENIENTE!
E questo fa la differenza nell'era della "API economy".
Se le API sono la spina dorsale dei processi di digitalizzazione, non ci vuole un'intelligenza cartesiana per capire quale ruolo può giocare la Comunicazione Tecnica incentrata sulle API.
Per inizare questo percorso, voglio partire dai dati prodotti da una recente indagine condotta da SmartBear.
Io analizzerò solo alcuni aspetti del report (per una lettura completa, potete accedere da qui).
SETTORI INDUSTRIALI COINVOLTI NELL'INDAGINE
Tutti i maggiori settori industriali sono coinvolti e non solo il settore ICT, che ovviamente fa la parte del leone col 28%.
DA QUANTO TEMPO STATE SVILUPPANDO API?
Questa domanda mostra che solo il 18% delle aziende che hanno partecipato al sondaggio stanno sviluppando API da almeno 10 anni, mentre il 29% sta intraprendendo questa strada da 3-5 anni.
Quindi è un'area di sviluppo ancora molto giovane.
PER QUALI MOTIVI STATE SVILUPPANDO API?
Questa è una delle domande "chiave" del sondaggio, perchè ci da una panoramica delle motivazioni e ci trasmette un dato essenziale: sviluppare API non è "una moda", una specie di "picco" tecnologico frutto di una momentanea espressione del mercato, ma qualcosa destinato a durare da qui ai prossimi 10-15 anni, che nel campo ICT equivale ad un'era geologica!
Come vedete, prevalgono le motivazioni di interoperabilità tra sistemi diversi (64%) e la capacità di estendere una funzionalità nell'ottica di una logica "a servizi" (53%), sullo sfondo di un più generale processo di trasformazione digitale (43%).
Tutte queste motivazioni (e le altre comprese nel grafico) si alimentano a vicenda, in una sinergia che tenderà a crescere nei prossimi anni.
QUALI PARAMETRI DETERMINANO IL SUCCESSO DI UNA API?
E qui iniziamo ad entrare nell'ambito che più ci interessa, cioè nel delineare come la Comunicazione Tecnica viene coinvolta in questo fenomeno. Nella prossima figura ho evidenziato una voce:
E' evidente che se parliamo di Usability/developer experience, questa voce è largamente influenzata dalla documentazione che accompagna l'API. Ma non cadiamo nel luogo comune per il quale la documentazione delle API è ad uso e consume esclusivo degli sviluppatori: vedremo prossimamente che non è proprio del tutto vero.
Ora tralasciamo altri dati interessanti ma più focalizzati sullo specifico dello sviluppo software e continuiamo ad investigare alcuni aspetti della documentazione delle API, un elemento critico nel ciclo di vita delle API. La documentazione può fare la differenza tra una API di successo ed una inusabile.
IN AZIENDA ESISTE UN PROCESSO PER LA DOCUMENTAZIONE DI API?
Dal grafico si capisce chiaramente che, indipendentemente dalla dimensione dell'azienda, esistono processi dedicati alla documentazione delle API almeno nel 57% dei casi (26-100 dipendenti), per arrivare al 69% nelle grandi organizzazioni. Vi è poi circa un terzo delle aziende "piccole" (e circa un quarto delle aziende maggiori) che sta pianificando l'adozione di processi di documentazione delle API.
Ma ora entriamo a "gamba tesa" sul tema che ci interessa: cosa significa documentare un API?
LE 5 COSE PIU' IMPORTANTI PER DOCUMENTARE UN API
Come vedete esistono almeno 16 "tipologie" diverse di "elementi" attraverso i quali si può articolare la documentazione delle API. E sottolineo ALMENO perchè in realtà potremmo aggiungere qualche altra voce.
Se un'azienda fornisse ai propri clienti una documentazione strutturata attraverso tutti questi elementi, sarebbe di certo da considerare un'azienda "virtuosa".
In molti casi, sarebbe ottimale indirizzare anche solo alcuni di questi elementi.
Nel prossimo post, ripartiremo dall'ultimo grafico.
A presto!
Oggi inizia Adobe DITA World 2020.
E' uno dei maggiori eventi mondiali online nel campo della Comunicazione Tecnica e il maggior evento in assoluto per quanto concerne lo standard DITA.
Come sapete, DITA è lo standard aperto per la strutturazione dei contenuti più diffuso al mondo. Questa è l'occasione più importante che avete per toccare con mano lo "stato dell'arte".
L'evento si struttura su tre giornate ed è animato dai maggiori esperti mondiali del settore.
Nel 2018 ebbi l'onore di essere tra gli speaker e fu un'esperienza eccezionale.
Vi consiglio di iscrivervi, anche perchè gli iscritti possono poi visionare tutti gli interventi con comodo e non necessariamente in direttta.
MA NON E' FINITA QUI!
In data 8 Ototbre 2020, vi segnalo anche il DCL DITA Day 2020, altro grande evento online sullo standadrd DITA.
ENTRAMBI GLI EVENTI SONO GRATUITI!
Se volete capire l'evoluzione di questo standard, potrete imparare moltissimo in soli 3 giorni.
Registratevi, e ci vediamo in chat durante gli eventi! A presto!
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