mercoledì 1 maggio 2013

Come si forma un comunicatore tecnico: terza parte

La Society for Technical Communication (STC) ci fornisce questa definizione:

Technical writing is a broad field that includes any form of communication that exhibits one or more of the following characteristics:

  • communicating about technical or specialized topics, such as computer applications, medical procedures, or environmental regulations;
  • communicating by using technology, such as web pages, help files, or social media sites;
  • providing instructions about how to do something, regardless of how technical the task is, and regardless of whether technology is used to create or distribute that communication
Nel mio post precedente, con minor capacità di sintesi, vi ho esposto il mio punto di vista riguardo il fatto che la dizione "technical writer" di fatto debba essere soppiantata dalla dizione Technical Communicator.

Mi sembra che anche la definizione della STC sia orientata in tal senso, ma avvitarmi in una disquisizione formalistica è proprio l'ultimo dei miei pensieri, mentre mi sembra interessante mettere sul tavolo una questione di metodo: per capire cosa mi serve per fare il mio lavoro, per capire cosa devo studiare e come mi devo formare, devo capire quali sono i diversi aspetti del mio lavoro, i diversi "cappelli" che devo indossare, in ultima analisi le competenze che devo acquisire.

Alla base, ci deve essere una buona predisposizione/preparazione linguistica, almeno per quanto riguarda tutti gli aspetti generali e fondamentali. Se avete una preparazione linguistica ottenuta attraverso un percorso accademico ben strutturato è meglio. In caso contrario, avere passione per la lettura e la scrittura aiuta; curiosità per le parole, confidenza con terminologie settoriali, un continuo allenamento anche inerente a diversi stili di scrittura, non necessariamente tecnici. Tutti questi aspetti vanno a definire una "base" ineludibile, un pò come la corsa di resistenza è la base per moltissimi sport.

Un secondo architrave su cui poggiare il vostro "edificio professionale" è la preparazione tecnica.
A mio avviso è molto meno fondamentale di quella linguistica, ma può facilitarvi nel velocizzare la comprensione delle tematiche che andate ad illustrare. Io sono un ingegnere informatico che normalmente documenta prodotti software, ma i miei studi di elettronica e di fisica mi aiuterebbero anche nel caso in cui dovessi scrivere il manuale di manutenzione di un impianto fotovoltaico. Se non siete ingegneri, è comunque necessario che abbiate passione e curiosità per la tecnologia, altrimenti non credo che possiate fare bene questo lavoro.

Poi dovete avere anche un briciolo di talento naturale per la comunicazione: dovete aver voglia di spiegare, insegnare, divulgare. E lo dovete fare nello stile di un comunicatore tecnico, ovviamente; ma ricordatevi che lo stile si può imparare, il talento si può solo perfezionare e amplificare, ma deve essere già presente.

Ma queste 3 colonne portanti sono solo le fondamenta dell'edificio professionale di cui sopra. Per costruire le mura, i solai e le diverse stanze dobbiamo classificare le competenze che un Tech Comm deve possedere.

Alcuni amano fare una suddivisione basata sul "livello" professionale (junior, senior, master/advanced) ma nella mia esperienza non è possibile definire dei confini di competenze ben netti sulla base di questo criterio.

Io preferisco classificare le competenze tentando di riconoscere 3 aree:
  • COMPETENZE FONDAMENTALI
  • COMPETENZE SPECIALISTICHE
  • COMPETENZE COMPLEMENTARI
Al prossimo post, per i dettagli su ognuna di queste aree.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve sono Maurizio e scrivo manuali dal 2001.
Ho fatto un corso di information Mapping con Writec e cerco continuamente di formarmi su questo lavoro che ancora in Italia è sottovalutato.
Per me la conoscenza tecnica deve comprendere la conoscenza/curiosità linguistica, sono allo stesso livello, diversamente è molto difficile spiegare a un manutentore/montatore argomenti tecnici se non si ha un background almeno in parte di questo tipo. Si rischia di non parlare lo stesso linguaggio.
grazie

Alèxandròs ha detto...

Ciao Maurizio. Conosco la Writec e Vilma Zamboli. Vilma è un punto di riferimento assoluto per chi fa questa professione. La Writec è una delle poche realtà in Italia in grado di fornire, tra le altre cose, percorsi di formazione di ottimo livello per chi volesse avvicinarsi alla comunicazione tecnica (nei prossimi post di questo filone, parlerò più estesamente di IM e della Writec). Da ingegnere ti confermo che prima ancora della competenza tecnica DEVE esserci una buona impostazione sul piano linguistico. Poi possiamo discutere di quale sia il percorso migliore per ottenerla, ma fino ad oggi ho visto decine di ottimi ingegneri che non sanno scrivere nulla di decente e ottimi comunicatori che sanno spiegare un dettaglio tecnico in modo efficace pur non essendo degli ingegneri. Anzi, direi che forse questa è "quasi" la regola. E ci metto un "quasi" ove spero di ricadere anche io! :-)

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